Tyler Robinson, il presunto killer dell'attivista di destra Charlie Kirk, scherzava in una chat di gruppo di circa 20 amici sulla piattaforma Discord. Fino ad affermare che ad agire era stato un suo sosia.

Lo rivela il New York Times, che ha pubblicato i messaggi condivisi da un coetaneo — protetto dall'anonimato per timori di ritorsioni — che aveva conosciuto Robinson alle superiori e aveva mantenuto i contatti con lui nella chat. Il giorno dopo l'uccisione di Kirk, quando l'Fbi aveva diffuso le foto del presunto killer, il conoscente allegando le immagini e taggandolo scrisse in chat "wya" — "where you at?" (dove sei?) — con un'emoji a forma di teschio, suggerendo che somigliasse all'uomo ricercato. Robinson rispose nel giro di un minuto, scrivendo che il suo «sosia» stava cercando di "metterlo nei guai".

Dopo che Tyler aveva scherzato dicendo che il sicario era il suo sosia, un altro utente suggerì che il gruppo avrebbe potuto denunciarlo per incassare la ricompensa di 100.000 dollari offerta dall'Fbi. «Solo se mi date una parte», rispose scherzando Robinson. In un altro messaggio si legge: «Qualunque cosa tu faccia, non andare da un McDonald's a breve»: un riferimento all'arresto di Luigi Mangione, arrestato durante la sua fuga in un locale della catena di fast food dopo l'omicidio del Ceo di una compagnia di assicurazioni a Manhattan. Robinson concordò e rispose con un'apparente battuta: «Meglio anche liberarmi di questo manifesto e della copia esatta del fucile che ho qui in giro».

Quando un altro utente suggerì che l'uccisione di Kirk avrebbe spinto il presidente Trump a mandare la Guardia Nazionale nello Utah, il sospettato rispose: «In uno Stato rosso (repubblicano, ndr)??? Nah, chiaramente il killer era della California». Tyler si mostrò anche attento alle indagini, che inizialmente avevano evocato il ritrovamento sui proiettili di incisioni legate all'ideologia transgender: «Ho sentito che sulle munizioni c'era qualcosa riguardo roba trans, ma non stanno diffondendo foto o citazioni precise, e poi l'affermazione non era supportata dall'agente dell'Fbi, solo da un tizio nella sala stampa». Pochi minuti dopo, un'altra macabra battuta: «In realtà io sono Charlie Kirk, volevo lasciare la politica così ho inscenato la mia morte, ora posso vivere la mia vita da sogno in Kansas».

(Unioneonline)

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