Il generale Roberto Vannacci è sotto inchiesta per quanto pubblicato nel suo libro “Il mondo al contrario”. In merito alla notifica da lui ricevuta ieri sull'avvio del procedimento formale è stato categorico: «Avrò un mio militare difensore ma non mi avvarrò di alcun avvocato del foro: mi difenderò personalmente, sicuro di non aver violato alcuna norma. Qui si sta mettendo in discussione la libertà di parola e di manifestazione delle proprie idee in un Paese libero». «Da ieri - ha spiegato - ho ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà da persone che rivestono ruoli pubblici e comuni, da tanti colleghi e comandanti in pensione. In questi due giorni le vendite del mio libro si sono quadruplicate e finora ne sono state vendute 230mila copie». 

E in merito al procedimento che lo riguarda ha aggiunto che «ora ci sono delle scadenze e memorie difensive da produrre». Il generale, che si è messo in licenza per un mese, ha spiegato di aver fatto questa richiesta, «ovviamente autorizzata, ben prima del trasferimento ad altro incarico. Era una cosa decisa da tempo, per motivi familiari, che non c'entra nulla. Quando terminerà la licenza, se non si prolungherà, comincerò l'affiancamento per assumere il nuovo incarico affinché possa dirigere efficientemente il Comando delle forze operative terrestri, che è una cosa complessa».

Sulle indiscrezioni comparse su alcuni giornali, che parlano di un'inchiesta a suo carico negli anni in cui ha operato presso l'ambasciata italiana in Russia, Vannacci ha smentito questa possibilità: «Non mi risulta, nessuno mi ha detto nulla. Quel mio incarico è terminato un anno e mezzo fa e non mi è stata mai rilevata alcuna mancanza su quel periodo. Anzi, il mio operato è stato ritenuto eccellente e mi sembra impossibile che io non sia a conoscenza di inchieste su di me che possano riguardare quel periodo».

(Unioneonline/v.f.)

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