Sono trascorsi trent’anni dal giorno in cui 500 chili di tritolo sventravano l’autostrada 29 allo svincolo per Capaci, uccidendo il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie e collega Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Nella sua Palermo, Sergio Mattarella commemora le vittime della strage di Capaci ma anche di via D'Amelio: solo 57 giorni dopo quel 23 maggio 1992 fu ucciso anche il braccio destro di Falcone, Paolo Borsellino, con i cinque agenti della scorta: la sarda Emanuela Loi, prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il presidente Sergio Mattarella con Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone (Ansa - Ufficio stampa Quirinale)
Il presidente Sergio Mattarella con Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone (Ansa - Ufficio stampa Quirinale)
Il presidente Sergio Mattarella con Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone (Ansa - Ufficio stampa Quirinale)

Il Capo dello Stato ha raggiunto al Foro Italico la folla di studenti - provenienti da tutt'Italia -, Maria Falcone, numerosi esponenti del governo: i ministri dell'Istruzione Patrizio Bianchi, dell'Interno Luciana Lamorgese (che stamattina ha deposto una corona di alloro alla Stele di Capaci lungo l'autostrada che collega l'aeroporto alla città), della Giustizia Marta Cartabia, dell'Università Maria Cristina Messa, degli Esteri Luigi Di Maio.

"Sono trascorsi trent'anni da quel terribile 23 maggio allorché la storia della nostra Repubblica sembrò fermarsi come annientata dal dolore e dalla paura – ha scandito il presidente della Repubblica -. Il silenzio assordante dopo l'inaudito boato rappresenta in maniera efficace il disorientamento che provò il Paese di fronte a quell'agguato senza precedenti, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani".

Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha deposto una corona di alloro alla Stele di Capaci (Ansa)
Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha deposto una corona di alloro alla Stele di Capaci (Ansa)
Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha deposto una corona di alloro alla Stele di Capaci (Ansa)

La “fermezza dell’operato” di Falcone, ha ricordato il Capo dello Stato, “nasceva dalla radicata convinzione che non vi fossero alternative al rispetto della legge, a qualunque costo, anche a quello della vita. Con la consapevolezza che in gioco ci fossero la dignità delle funzioni rivestite e la propria dignità. Coltivava il coraggio contro la viltà, frutto della paura e della fragilità di fronte all'arroganza della mafia. Falcone non si abbandonò mai alla rassegnazione o all'indifferenza". 

LE INIZIATIVE – A commemorare le vittime della brutalità della mafia anche il capo della Polizia Lamberto Giannini, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi. Il Foro Italico, dove è stato allestito un palco, per tutto il giorno vede alternarsi gli ospiti della Fondazione Falcone, fra loro don Luigi Ciotti, il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, musicisti, giornalisti, cantanti.

La città di Palermo ospita anche 1.400 lenzuoli realizzati da 1.070 istituti scolastici che hanno accolto l'appello del ministero dell'Istruzione e della Fondazione Falcone, lanciato attraverso il bando #LaMemoriaDiTutti. Rita Atria, Peppino Impastato, Don Pino Puglisi, Libero Grassi, Pio La Torre, Lia Pipitone, Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici: studentesse e studenti nelle scorse settimane hanno approfondito la storia di alcune donne e uomini uccisi dalla violenza mafiosa e hanno decorato i lenzuoli bianchi - che i palermitani usarono nel 1992, all'indomani delle stragi, per dimostrare la loro ribellione - con illustrazioni e messaggi derivanti dalla loro riflessione. 

(Unioneonline/D)

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