Saltano, per ora, i funerali in forma privata di Fabrizio Piscitelli - alias Diabolik - l'ultras laziale assassinato nei giorni scorsi al Parco degli Acquedotti, a Roma.

La salma resta al policlinico di Tor Vergata. I familiari, dopo aver effettuato il riconoscimento, non hanno espletato le pratiche per il trasferimento del corpo di Piscitelli.

La questura ha riposizionato davanti al policlinico i cinque blindati che erano stati dislocati a protezione dell'ingresso principale del cimitero Flaminio.

Un vero e proprio braccio di ferro, quello tra i familiari dell'ex capo ultras degli Irriducibili e la questura.

Ieri il Tar ha respinto il ricorso dei familiari di Diabolik per sospendere il provvedimento firmato dal questore che ha vietato "per motivi di ordine e sicurezza" i funerali in forma pubblica.

Familiari e amici hanno annunciato che avrebbero disertato la funzione, imposta per questa mattina alle 6 al cimitero Glaminio.

"Lo uccidono un'altra volta", è stata la reazione dei familiari.

Il questore Carmine Esposito dal canto suo ha spiegato che "l'obiettivo dell'ordinanza è di evitare che ci possano essere problemi legati alla sicurezza o all'ordine pubblico, non voglio interferire con la cerimonia religiosa o negare questo momento ai familiari".

Proseguono intanto le indagini sull'omicidio. I poliziotti della Squadra Mobile cercano di rintracciare l'uomo vestito da runner che mercoledì sera ha premuto il grilletto uccidendo il 53enne con un colpo alla testa.

Verrà riascoltato l'autista di Diabolik, che era seduto accanto a lui sulla panchina quando Piscitelli è stato ucciso. Dopo lo sparo l'uomo è scappato per la paura, successivamente è stato rintracciato e ascoltato dagli investigatori. Lavorava per Diabolik da una decina di giorni, in sostituzione di un'altra persona.

(Unioneonline/L)
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