Omicidio Varani: perizia psichiatrica per Foffo, la furia del papà della vittima
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Comincia oggi davanti alla Corte d'assise d'appello di Roma il processo di secondo grado a Manuel Foffo, il 31enne accusato per l'omicidio di Luca Varani, 23 anni, massacrato nel marzo 2016 nel corso di un festino a base di alcol, sesso e droga.
E subito i giudici hanno stabilito una perizia psichiatrica che stabilirà la capacità di intendere e di volere del giovane al momento dell'omicidio.
Scatenando così la reazione del papà della vittima, Giuseppe Varani: "La lucidità di Foffo è indubbia: non serve perizia, è un omicidio mostruoso preceduto da un sequestro di persona. Hanno messo mio figlio in condizione di non fuggire, dorgandolo contro la sua volontà, e poi lo hanno massacrato. Una mostruosità progettata, la legge va applicata, e questo è un caso da ergastolo", ha detto l'uomo, visibilmente scosso.
IL PRIMO GRADO - Foffo è stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere - con rito abbreviato - per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
Marco Prato, complice dell'omicidio e secondo quanto sostenuto da Foffo vero artefice dell'efferato delitto, aveva optato invece per il rito ordinario, ma è morto suicida in carcere dopo il rinvio a giudizio.
L'ATROCE DELITTO - Un vero e proprio massacro, quello di cui è stato vittima Luca Varani in un appartamento di Foffo nel quartiere collatino, nella Capitale. Il giovane è morto dissanguato dopo aver subito un centinaio colpi tra coltellate e martellate.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti i due amici Foffo e Prato, dopo uno smodato e ripetuto uso di alcol e droghe, sono usciti all'alba del 4 marzo in auto per le strade di Roma alla ricerca di una vittima su cui scatenare la loro furia. Non trovando nessuno, hanno contattato Varani: il giovane ha accettato l'invito nell'appartamento ed è stato massacrato.
Prima lo hanno fatto spogliare per ottenere una prestazione sessuale, poi gli hanno offerto una bevanda con una dose di psicofarmaco per sedarlo. Quando il 23enne è andato in bagno, è cominciato il massacro. Prima un colpo alla testa per stordirlo, poi martellate e coltellate su testa e bocca. Prima di tagliargli la gola con un coltello da cucina. Il corpo di Luca presentava almeno una trentina di ferite poco profonde sul petto e sulla testa, inferte molto probabilmente al solo scopo di vederlo soffrire. Solo dopo due ore di servizie gli assassini hanno smesso di infierire sul suo corpo.
(Unioneonline/L)
IL SUICIDIO DI MARCO PRATO:
LA CONDANNA IN PRIMO GRADO A FOFFO:
LA RICOSTRUZIONE DELL'OMICIDIO: