Marco Prato, accusato di aver torturato e ucciso l'amico Luca Varani in complicità con Manuel Foffo, si è tolto la vita nella sua cella del carcere di Velletri.

Si è suicidato soffocandosi con un sacchetto di plastica e inalando il gas della bomboletta usata per cucinare.

Lo hanno reso noto Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe, e Maurizio Somma, segretario nazionale Sappe per il Lazio.

Secondo quanto si è appreso, il suo compagno di reclusione non si sarebbe accorto di nulla.

In cella è stato trovato un biglietto lasciato dal 31enne prima di morire. Poche parole in cui respinge le accuse: "Non ce la faccio a reggere l'assedio mediatico che ruota attorno a questa vicenda. Io sono innocente".

DOMANI L'AUTOPSIA - L'autopsia sul corpo di Prato verrà effettuata domani all'istituto di Medicina legale di Tor Vergata. Il pm di turno ha però aperto un fascicolo d'indagine, dove si ipotizza anche il reato di istigazione al suicidio.

Prato aveva già tentato di togliersi la vita altre tre volte: le prime due volte nel 2011, prima a Parigi, dove aveva vissuto per un periodo, poi di ritorno a Roma.

Il terzo tentativo è avvenuto il 4 marzo del 2016, la notte successiva all'omicidio di Varani: si era fatto accompagnare da Foffo in un albergo romano dove aveva assunto un mix di alcol e barbiturici.

Il 31enne era all'inizio dell'iter processuale per l'atroce delitto perpetrato il 4 marzo 2016 a Roma e domani avrebbe dovuto presentarsi in aula per la prima udienza del processo con rito ordinario.

Foffo è stato invece già condannato a 30 anni con rito abbreviato.

"Una vita è una vita. Sono scioccata per quanto è accaduto". Con queste parole Marta Gaia Sebastiani, la ragazza legata a Luca Varani da una lunga relazione sentimentale, ha commentato il gesto tragico del 31enne, chiedendo silenzio e rispetto per la famiglia del giovane e per quella del suo ex.

IL MINISTRO ORLANDO - Sul fatto è intervenuto anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando: "Ho chiesto al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria un rapporto dettagliato per vedere se il protocollo di prevenzione suicidi è stato rispettato - ha detto -. Per quanto ne so, Prato era seguito da uno psicologo e non aveva dato segni di squilibrio".

(Redazione Online/l.f.)
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