Si allarga il fronte della solidarietà nei confronti di Alfredo Cospito, il 55enne detenuto al carcere sassarese di Bancali in regime di 41 bis e in sciopero della fame da oltre 100 giorni.

Davanti al carcere sassarese si sono radunati in presidio circa 70 anarchici, con un imponente schieramento di forze dell’ordine. 

I manifestanti, che chiedono la fine del carcere duro, hanno installato un impianto stereo collegato a un generatore di corrente elettrica, sparando musica a tutto volume, «perché Alfredo senta che siamo qui per lui». E hanno anche annunciato lo sciopero della fame a staffetta in segno di vicinanza.  

Intanto, l’offensiva degli anarchici che sposano la causa di Cospito si fa sempre più presente in Italia e all’estero. I compagni dell’anarchico gli mandano segnali di vicinanza: non solo con scritte, striscioni, cortei e presidi, ma anche con azioni incendiarie contro sedi diplomatiche.

Dopo l’episodio di Atene dello scorso 2 dicembre ai danni del primo consigliere dell'ambasciata Susanna Schlein, ieri è stata presa di mira l'auto di un funzionario dell'ambasciata italiana a Berlino, mentre a Barcellona è stato colpito il consolato.

Ieri sera un poliziotto è rimasto ferito a Roma quando un gruppo si è staccato dalla manifestazione in solidarietà con Cospito e ha cercato di forzare il cordone di sicurezza. Ci sono stati lanci di bottiglie e fumogeni, una persona è stata fermata.

A Cagliari invece una donna è stata sorpresa mentre imbrattava il palazzo del Consiglio regionale con una bomboletta spray a vernice nera. La scritta: “Fuori Alfredo dal 41 bis” e poi i nomi dei ministri della Giustizia del governo Draghi e dell'attuale governo Meloni, Cartabia e Nordio, il tutto accompagnato dalla A cerchiata, simbolo riconducibile ai movimenti anarchici.

Tutte attività che sono all'attenzione costante di intelligence e forze di polizia. Le azioni condotte erano annunciate e hanno seguito la tradizionale strategia del doppio livello: quello movimentista con manifestazioni e proteste, e quello terroristico, con veri e propri attentati contro target associati alle campagne di lotta, in questo caso per la liberazione di Cospito.

Due notti fa sono stati incendiati alcuni cavi di un ripetitore su una collina di Torino: sul posto campeggiava la scritta "Fuori Cospito dal 41 bis". A Spoleto tentativo di incendio del cancello della villa di un imprenditore; anche in questo caso la rivendicazione riporta alla solidarietà con il detenuto. Cortei si sono svolti ieri a Trieste - dove ci sono state tensioni con le forze dell'ordine - e a Torino.

E ancora a Roma una molotov è stata lanciata contro il distretto di polizia Prenestino. Il piantone di guardia è intervenuto immediatamente dando l'allarme e le fiamme sono state tempestivamente spente. Il blitz, secondo quanto emerso dai primi accertamenti, potrebbe essere legato alle proteste degli anarchici. Mentre a Livorno una busta con un proiettile e minacce ai giudici è stata indirizzata al direttore de Il Tirreno Luciano Tancredi. La missiva fa riferimento all’anarchico: “Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi 2 mesi senza cibo fuoco alle galere". La polizia ha sequestrato tutto il materiale. Accertamenti sono in corso. 

Il 55enne, intanto, ha perso 40 chili e nei giorni scorsi – dopo essere caduto nella doccia – ha riportato una frattura alla base del naso. All'aggravarsi delle sue condizioni di salute, il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, ne ha chiesto il trasferimento con urgenza. Il 7 marzo è attesa la discussione in Cassazione sul ricorso del legale di Cospito contro il 41 bis. Mentre lunedì il ministro della Giustizia Carlo Nordio risponderà in commissione Giustizia della Camera a un'interrogazione sul caso.

Intanto, Palazzo Chigi spiega che «Le azioni dei contestatori non intimidiranno le istituzioni. Lo Stato non scende a patti con chi minaccia». E anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, difende la linea dura: «I magistrati non si intimoriscono. Lo Stato non si piega. La normativa speciale contro il terrorismo non arretra», ha detto in riferimento alla busta con proiettile indirizzata al procuratore generale Francesco Saluzzo, che sostiene l'accusa del processo d'appello bis all'anarchico.

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata