Il Pd nazionale in visita al carcere di Bancali per verificare le condizioni di salute di Alfredo Cospito, il leader anarchico in regime di 41 bis da maggio e all’ottantesimo giorno di sciopero della fame contro il regime di carcere duro cui è sottoposto.

Il capogruppo democratico alla Camera, Debora Serracchiani, non si accoda però all’appello per la revoca del carcere duro al 55enne abruzzese.

«Era necessario ascoltarne le ragioni - afferma l’ex presidente del Friuli-Venezia Giulia - poi noi pensiamo che l’articolo 27 della Costituzione vada applicato fino in fondo e che le modalità con cui la pena viene scontata sono importanti». Nessuna valutazione quindi in termini generali ma soltanto quella relativa al caso particolare di Cospito per appurare che la situazione sanitaria dell’uomo non stia precipitando.

«È certo comunque - dichiara l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando - che il caso specifico pone il problema dell’effettiva funzionalità del 41 bis rispetto a reati che sono parzialmente diversi rispetto a quelli che hanno generato questo strumento amministrativo».

Il fatto che il carcere duro per l’anarco-insurrezionalista sia stato avallato dall’ex Guardasigilli Marta Cartabia, membro eminente del governo Draghi di cui faceva anche parte il Pd, non mette in imbarazzo Orlando: «L’ha fatto in un momento diverso da quello che si è venuto a determinare oggi. Dopodiché ogni singolo atto è soggetto a verifiche ulteriori, alla possibilità di reclamo e alla pronuncia della Corte di Cassazione che attendiamo e che garantisce la coerenza dell’ordinamento».

Il deputato Silvio Lai ha già incontrato il detenuto in altre occasioni: «Rimarca le ragioni della sua protesta e ritiene che sia irragionevole che a lui sia applicato il carcere duro».

Poi l’ex senatore riferisce sullo stato di salute di Cospito: «Col tempo le sue condizioni non migliorano e lui diventa più fragile. Ma è in ogni caso tenuto sotto controllo sia dal dottore del 41 bis che dal sistema sanitario del carcere e anche dal medico personale indicato dal suo legale. Naturalmente non è una condizione stabile».

Plauso di tutta la delegazione per la professionalità degli operatori del penitenziario sassarese nonostante le condizioni di difficoltà in cui lavorano. «Parlando con la direttrice e gli agenti abbiamo avuto conferma - riferisce il senatore Walter Verini - della drammatica condizione delle carceri italiane. Oltre a questi ultimi mancano figure come quelle dei sanitari, dei mediatori culturali e degli psicologi».

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