C’è una svolta concreta nel caso della scomparsa della piccola Denise Pipitone? Una telespettatrice del programma “Chi l’ha visto?” ha segnalato alla trasmissione la presenza di una giovane donna a Mosca, che è stata rapita quando era una bambina e che somiglia tantissimo a Piera Maggio. La bambina, trovata nel 2005 alla stazione di Rostov sul Don, a Mosca, è stata portata in orfanotrofio e c’è rimasta fino a questo momento. Non ha mai vissuto con una famiglia e si chiama Olesya Rostova. “Dagli accertamenti all’epoca fatti, non era una ragazza appartenente al gruppo nomadi e il gruppo nomadi disse che l’avevano rapita. In verità non si capì mai da dove fosse stata sequestrata”, spiega l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio. La giovane non sa chi sia la sua vera madre, ha la stessa età che oggi avrebbe Denise Pipitone. Ha anche una cicatrice all’occhio sinistro, come ce l’aveva Denise. “Quello che in questo momento conta è avere dei punti di somiglianza e poter individuare la persona per fare il DNA”, aggiunge Frazzitta. Notizie di queste ore: il DNA è stato prelevato per il confronto con quello di Piera Maggio. “La ragazza ha detto che non sa la sua età, non sa da dove viene e non sa chi è, e vuole saperlo. Quando entrò in orfanotrofio nel 2005 poteva avere 4/5 anni, non si sa” sottolinea Frazzitta. Ha mai avuto contatti con l’Italia questa giovane? Ha memoria dell’italiano o del siciliano? Ci siamo chiesti. “Questa è una domanda che io ho fatto al direttore del primo canale Russo, se la ragazza quando è entrata in orfanotrofio conoscesse anche indirettamente la lingua italiana e loro mi hanno risposto che questo aspetto non lo avevano approfondito perché non avevano collegato al caso di lei con Denise Pipitone”, dice ancora il legale: “L’obiettivo nostro è quello di andare a prendere il DNA”.

La giovane donna è andata in una trasmissione TV russa per far vedere il suo volto e lanciare un appello alla sua vera famiglia perché non sa la sua età, non sa da dove viene, non sa chi è. Chi è questa donna che somiglia tantissimo a Piera Maggio? Potrebbe trattarsi della piccola Denise Pipitone? “In merito alle ultime notizie, rimaniamo con i piedi ben saldati a terra. Chiediamo ulteriori verifiche attraverso il DNA. Ringraziamo per la vicinanza” dichiarano in un post su Facebook Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise. La piccola di Mazara del Vallo, ricordiamo, è stata vista l’ultima volta alle ore 11.35 del 1° settembre 2004, mentre si trovava nel garage-cucina, sotto l’occhio vigile della nonna che stava preparando da mangiare. Denise si era accorta improvvisamente della presenza del cuginetto e gli era corsa dietro ma il cuginetto non l’aveva vista. Via Domenico La Bruna è una zona periferica di Mazara del Vallo, vicino al cimitero. Il mercoledì mattina, a circa 500 metri si svolge il mercato rionale. Piera Maggio, che conosce bene la sua bambina, ripete agli inquirenti sin dall’inizio che non si sarebbe allontanata spontaneamente.

L’Italia cerca risposte sul caso di Denise Pipitone e ogni piccola speranza mette tutti sull’attenti. “Questo è un segnale importante per noi, per non perdere la speranza e per non perdere l’energia nel continuare la ricerca. Sentire questa improvvisa impennata, di tutta Italia, che ha dimenticato per mezz’ora il Covid perché c’è la speranza che venga trovata Denise Pipitone è qualcosa che a Piera, a me e a tutti noi fa un grande piacere” ha dichiarato l’avvocato Frazzitta. Ma se quella ragazza fosse davvero Denise, come sarebbe arrivata in Russia? Nella storia delle indagini della piccola scomparsa a Mazara del Vallo, c’è stata anche la pista russa. Frazzitta spiega che “il 3 dicembre del 2004 io ricevo da un magnate dell’Est, importante, famosissimo a livello internazionale, Behgjet Pacolli, una telefonata che inizia a Caltanissetta e finisce a Marsala. Lui voleva un’autorizzazione urgente dalla famiglia per poter comprare una pagina del Corriere della Sera, indicare un messaggio anonimo con un numero telefonico e una mail pulita per mettersi in contatto con i rapitori che erano stati intercettati. Un’operazione internazionale complessa per riportare Denise a casa che parte il 3 dicembre 2004”. Un vero e proprio intrigo internazionale che porta in Russia, per riportare a casa la piccola Denise Pipitone che però non andrà a buon fine, come ci spiega l’avvocato, perché “il magnate kosovaro, amico di Eltsin, imputato insieme a lui per il Russiagate, il quale aveva preso l’appalto per la ristrutturazione del Cremlino. “Dopo questa lunga telefonata, io alle 20 faccio il fax di autorizzazione a Pacolli. Alle 22 di quella sera mi arriva un messaggio da una cabina telefonica con scritto ‘attenzione, Denise Pipitone sta entrando al confine Franco-Svizzero con una macchina. Bloccateli alla frontiera”. L’avvocato dice che era stato al telefono con la Svizzera ben due ore prima. Viene allertata quindi l’interpol per bloccare le macchine in entrata dove poteva esserci la piccola Denise. La gendarmeria vuole sapere perché ritengono fondata quella segnalazione e Frazzitta spiega che quella notte hanno dovuto raccontare il contatto avuto con Behgjet Pacolli. La gendarmeria svizzera va a prendere Pacolli e lo porta in caserma. Da quel momento, conclude Frazzitta, “Pacolli scompare, non vuole sapere più niente di portare avanti la storia. L’affare è saltato”. La domanda, dopo tanti anni, rimane ancora una: dov’è Denise?

Angelo Barraco
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