Amici fino a quella terribile notte, e fino alle 11 violentissime coltellate inferte al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.

Ora, i due giovani americani Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorthl sono divisi dalle accuse e dalle rispettive strade difensive.

"Mio figlio non sapeva nulla del coltello", dice il padre di Christian Gabriel che ha già incontrato il figlio.

Anche il padre di Elder, ovvero colui che ha confessato (ma non ha ribadito al gip) l'omicidio, ha fatto visita ieri, e ancora oggi, al figlio in carcere. Il ragazzo al padre avrebbe confidato di "sentirsi veramente solo".

Due colloqui con i genitori, dunque, che mostrano le diverse strategie legali dei due californiani accusati di omicidio, in particolare quella di Hjorth. I difensori del giovane hanno depositato il ricorso al tribunale del Riesame, chiedendo di annullare la misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari.

Non si può escludere, ora, che gli avvocati puntino ad invalidare quel primo interrogatorio in caserma proprio per le condizioni che si intravedono in quella foto, prima condivisa su alcune chat e poi diffusa ovunque, in cui si vede Gabriel in manette e bendato.

Dal canto loro i difensori di Finnegan Lee Elder non hanno ancora deciso se presentare un ricorso al Tribunale della Libertà.

Nel frattempo si indaga su quei 24 minuti di "buco" negli spostamenti dei due giovani americani in quella terribile notte. Il lasso temporale intercorso fra il momento in cui Elder Finnegan Lee e Gabriel Christian Natale Hjorth sono usciti dall'hotel Le Meridien fino all'aggressione dei due militari.

I luoghi sono distanti appena 500 metri, e dunque: cosa hanno fatto i giovani? Hanno incontrato qualcuno? Avevano complici?

Per rispondere a queste ed altre domande gli investigatori stanno passando al setaccio i tabulati telefonici e le immagini delle telecamere. Per i pm della Procura di Roma l'obiettivo primario è quello di sgombrare qualsiasi zona d'ombra, non lasciare risposte inevase in modo da mettere a punto un impianto accusatorio solido, che possa supportare anche un'eventuale richiesta di giudizio immediato. Un tassello fondamentale nelle indagini resta la conferma della presenza in servizio di Mario Cerciello Rega e di Andrea Varriale: per il sistema centralizzato di gestione dei turni dell'Arma i due erano regolarmente in servizio dalla mezzanotte del 26. Sul fronte delle indagini, intanto, i pm acquisiranno i

tabulati telefonici dei due americani arrestati, dei due carabinieri intervenuti e di Sergio Brugiatelli, l'uomo a cui la notte tra il 25 e il 26 luglio è stato rubato lo zaino dai due californiani. Sarà scandagliato anche il telefonino del pusher che cedette aspirina anzichè droga ai due americani.

(Unioneonline/v.l.)
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