C'è un legame tra l'uso dell'uranio e i tumori dei militari. Ma ci sono pure gli "assordanti silenzi" del governo e addirittura il "negazionismo" dei vertici dell'esercito.

E i tanti morti a causa dell'amianto che si trovava su navi, aerei e elicotteri. "Solo nell'ambito della Marina Militare 1.101 persone sono morte o si sono ammalate".

La Commissione sull'uranio impoverito spara a zero. E parla per la prima volta delle "sconvolgenti criticità che in Italia e nelle missioni all'estero hanno contribuito a seminare morti e malattie tra i lavoratori militari del nostro Paese", scrive nella relazione finale il presidente Gian Piero Scanu.

Il documento, presentato ieri, non fa sconti. Nemmeno ai pm e ai giudici: "Malauguratamente non appaiono sistematici gli interventi della magistratura penale a tutela della sicurezza e della salute del personale dell'amministrazione della Difesa. Il risultato è devastante".

E forse anche a causa di questo aspetto, "continua a diffondersi un senso d'impunità quanto mai deleterio per il futuro, l'idea che le regole c'erano, ci sono e ci saranno, ma che si potevano, si possono e si potranno violare senza incorrere in effettive responsabilità. E quel che è ancora peggio, dilaga tra le vittime e i loro parenti un altrettanto sconfortante senso di giustizia negata".

La Sardegna viene citata poche volte nella relazione, ma in realtà è sempre al centro dell'attività della commissione d'inchiesta. Sono chiare però le allusioni all'Isola: "Mai più militari morti e ammalati senza sapere perché, mai più una penisola interdetta", sottolinea Scanu. E il riferimento è all'area Delta del poligono di Teulada, terra su cui i militari hanno scaricato negli anni tonnellate di munizioni e che ora andrebbe bonificata.

© Riproduzione riservata