Terminal crociere, guerra sulla gestione
Le linee guida del bando sono state presentate il 22 giugno scorso al Comitato portuale, che le avrebbe approvate, aprendo la strada alla pubblicazione, se la Camera di commercio non si fosse opposta.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C'è una battaglia neanche tanto sommersa tra Camera di Commercio e Autorità portuale sulla gestione del terminal crociere. Colpi di artiglieria che per ora hanno sbarrato la strada al nuovo bando e che sembrano portare verso un contenzioso che rischia di produrre un solo effetto: bloccare sine die l'avvio dell'operatività della struttura costata cinque milioni di soldi pubblici, inaugurata due anni fa e finora inutilizzata, anche a causa del fondale, insufficiente a consentire l'attracco dei giganti del mare
Le linee guida del bando sono state presentate il 22 giugno scorso al Comitato portuale, che le avrebbe approvate, aprendo la strada alla pubblicazione, se la Camera di commercio non si fosse opposta.
«NO AI NEGOZI» «Vogliamo evitare che si crei un polo commerciale di notevoli dimensioni all'interno del porto affidato ad un unico gestore e del tutto svincolato da qualsiasi collegamento con i traffici merci e passeggeri», ha osservato il numero uno dell'Ente, Giancarlo Deidda. Che il giorno precedente aveva ottenuto un mandato dalla sua giunta per «inibire in sede di comitato portuale l'adozione di una proposta di concessione della struttura polifunzionale del terminal priva di un regolamento specifico».
IL BANDO Ma che cosa contiene l'ipotesi di bando predisposta dall'Authority? A creare i primi mal di pancia è stato quello che il numero uno del Porto Paolo Fadda ha definito «un errore formale, corretto in cinque minuti». Nelle prime righe del documento è scritto che si tratta di «...una struttura polifunzionale che consta di due piani e che all'occorrenza dovrà servire anche da supporto ai croceristi in transito». Quell' anche ha fatto saltare sulla sedia Deidda. Perché, è stata la tesi del numero uno della Camera di commercio, non si può dire che una struttura nata come terminal crociere possa servire «anche» da supporto ai croceristi. Un problema posto, peraltro, anche dai revisori dei conti dell'Autorità portuale visto che la destinazione a terminal crociere non era un fatto secondario ma è stata la ragione per cui è stato ottenuto il finanziamento per costruirlo. L'errore, comunque, è stato subito corretto.
CHE COSA SI PUÒ FARE Ma la questione evidentemente non è solo formale. Per capirlo occorre leggere alcuni passaggi delle linee generali del bando. Dove è scritto, tra l'altro, che tra i servizi che l'ente ritiene «imprenscindibili» ci sono bar, pizzeria con servizio al tavolo, ristorante con servizio al tavolo e gestione sala convegni. C'è un passaggio che la Camera di commercio ritiene pericoloso in assenza di un regolamento specifico. È quello in cui è scritto che «dopo due anni le attività...potranno essere modificate previa autorizzazione scritta dell'Autorità». Qui Deidda teme che tutto possa finire fuori controllo. L'Authority ritiene di essere in regola e fa riferimento a un articolo del regolamento di esecuzione del codice della navigazione, la Camera ne richiede uno specifico, da approvare prima del via libera al bando, che governi programmazione, apertura, trasferimento e cessazione delle attività e altro.
LA SALA CONGRESSI La diatriba riguarda anche la gestione della sala congressi e investe anche la Fiera (controllata dalla Camera di commercio). L'Autorità portuale in sede di tavolo tecnico aveva detto no alla richiesta di realizzare attività di tipo fieristico e congressuale nelle aree di Su Siccu. «Il Piano regolatore del porto consente solo attività connesse al settore nautico», avevano osservato da via Riva di Ponente. «E allora perché non specificare che la sala congressi del terminal deve essere concessa solo per iniziative attinenti alla nautica?», ha osservato la Camera.
CONCESSIONE DI 15 ANNI Per alcuni sono solo pretesti per non consentire l'apertura di attività commerciali o di ristorazione, intoccabili per 15 anni, tanta è la durata ipotizzata della concessione. Che comprende - altro elemento decisivo - anche 50 parcheggi sul molo Ichnusa «nelle more della realizzazione del parcheggio multipiano previsto dal Piano portuale».
Che cosa accadrà ora? Posto che il parere del Comitato portuale è necessario, trattandosi di una concessione superiore a quattro anni, le linee guida saranno riproposte il 21 luglio prossimo. Con alcune modifiche. Passerà? Paolo Fadda è sconcertato. «Sono polemiche assurde, è tutto in regola». Anzi: tutto perfettamente cagliaritano.
FABIO MANCA