Un accorato appello al presidente Francesco Pigliaru, all'assessore Luigi Arru, ai capigruppi in Consiglio regionale.

Lo rivolge l'Usb Cagliari con Salvatore Drago che chiede una soluzione urgente per gli stipendi arretrati dei lavoratori dell'Aias che il 10 giugno diventeranno nuovamente 8.

"Lavoratori che continuano a prestare quotidianamente la loro opera nonostante in centinaia siano oramai in condizioni di indigenza" scrive Drago in una nota.

Intanto trovano la conferma di Aias le voci che volevano vicine alla chiusura le mense dei centri di Domusnovas e Decimomannu (8 posti di lavoro in tutto) gestite da anni da una ditta esterna.

"Si tratta di una ditta d'appalto già in difficoltà che sarà sostituita da un altro operatore. I problemi di Aias non hanno avuto un peso determinante nell'avvicendamento" fa sapere una nota dell'azienda.

Dopo il recente botta e risposta tra sindacati, la stessa azienda spara a zero contro Cgil, Cisl, Uil Fp: "Come fanno a sostenere di voler mantenere i posti di lavoro se appoggiano la delibera dell'11 aprile che rischia di mandarne a casa mille di cui 300 solo nel Sulcis? Forse ciò si spiega col fatto che alcuni avrebbero già in tasca l'accordo con una presunta nuova proprietà a discapito dei lavoratori onesti?".

Intanto l'Ugl sanità regionale tiene a precisare il proprio intervento: "L'unica nostra preoccupazione - cita una nota del dirigente Lino Marrocu - è per gli stipendi arretrati dei lavoratori ma non appoggiamo una delibera che opera ulteriori tagli ai tetti delle prestazioni erogate da privati e che contiene inoltre delle clausole opinabili. Ad oggi hanno pagato le fatture ai 90 e anche ai 120 giorni, e non entro i 60 come prescrive la legge".

Marrocu rigetta al mittente anche l'accusa di aver favorito nel 2013 il licenziamento di 130 dipendenti firmando il Ccnl di Aias: "Gran parte di quei dipendenti sono stati riqualificati gratis e riassunti da Aias in seguito".

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