Insultata, presa a sputi e minacciata con un bastone.

Solo e soltanto per aver indosso una divisa. Quella di Atac, l'azienda che gestisce il trasporto pubblico a Roma.

È accaduto a Valeria Pireddu, 35enne di Carbonia. Ed è proprio lei a raccontare a L'Unione Sarda la sua esperienza da incubo.

"Faccio l'agente di stazione e avevo appena staccato dal servizio alla Garbatella. Quando sono salita sul bus per tornare a casa, poco distante, un ragazzo, italiano, dall'accento romano, ha notato che avevo indosso la divisa dell'Atac e mi ha rivolto la parola. Niente di che, uno scambio di battute come tanti altri. Poi, arrivata alla mia fermata, sono scesa, convinta che fosse finita lì. Invece...".

Cosa è successo?

"Che è sceso anche il giovane. All'inizio non ci ho fatto caso, camminavo con le cuffie nelle orecchie. Ma poi mi sono accorta che mi seguiva. Sentivo la sua presenza appiccosa dietro le spalle. Allora ho rallentato il passo e mi sono fatta superare".

A quel punto?

"A quel punto lui si è voltato e mi ha sputato in faccia".

E lei come ha reagito?

"Io ero pietrificata. Incredula. Sono riuscita solamente a dire: 'Ma che hai fatto?'".

Ma non è finita lì...

"No. Ha iniziato a insultarmi, farfugliando contro l'Atac, come se gli avessero fatto qualcosa. Ed è volato un altro sputo. A quel punto mi sono arrabbiata e mi sono messa a urlare che non doveva permettersi".

Qualcuno è venuto in suo soccorso?

"No. Un signore a passeggio con il cane ha assistito alla scena ma non ha fatto nulla. E nemmeno dal bar lì accanto non è uscito nessuno".

Era spaventata?

"Più che spaventata ero stupita e arrabbiata. La paura è arrivata poco dopo, quando il giovane si è messo a rovistare in un cestino".

Per prendere cosa?

"Temevo una bottiglia, pensavo anche potesse tirare fuori un coltello. Invece ha preso un grosso bastone e me lo ha scagliato addosso. Io sono riuscita a schivarlo, per fortuna. Poi ho capito che era il momento di andare e sono corsa a casa".

Ha chiamato le forze dell'ordine?

"No. Sul momento non mi è venuto in mente. Di solito sono cose che fanno quelli che assistono a scene del genere. Chi ha visto invece non ha fatto nulla".

Ha avuto la solidarietà dei colleghi?

"Sì, moltissima. Quello che è successo è accaduto solo perché avevo indosso la divisa dell'Atac. Offese e altro sono all'ordine del giorno per chi lavora nelle aziende trasporti. Ciò che è capitato a me potrebbe accadere anche a loro. Per questo c'è sempre molta vicinanza".

Le era mai accaduto prima?

"No. Vivo a Roma da 15 anni. Giro da sola, faccio turni anche nelle ore notturne. Mai una rapina né niente. Questa è la prima volta".

Lavorare nel servizio pubblico espone a rischi?

"Sì. E ciò che è accaduto ne è la prova. Io e i miei colleghi, quotidianamente, diventiamo dei bersagli. Ci chiedono di salire senza biglietto e se diciamo di no ci insultano o peggio. Ma noi facciamo solo il nostro lavoro. E questo la gente deve capirlo. Certi episodi sono inaccettabili. Bisogna ritrovare civiltà e senso civico".

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)
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