Prende il via il progetto per la coltivazione della canapa nei terreni inquinati delle aree industriali del Sulcis.

L'Agenzia Agris, alla quale l'assessorato all'Agricoltura ha affidato il progetto, è pronta a partire con la sperimentazione.

A dare l'annuncio è stato il consigliere regionale di Sel Luca Pizzuto, primo firmatario dell'emendamento (sostenuto anche da Partito dei Sardi, Rossomori, Centro democratico e Irs), inserito nella Finanziaria di due anni fa.

"E' un opportunità straordinaria per il territorio", ha detto Pizzuto, "l'iniziativa ha un duplice obiettivo: bonificare i terreni inquinati, grazie alle proprietà decontaminante della canapa, e riavviare una filiera produttiva in aree industriali molto inquinate".

La sperimentazione, che si avvale della collaborazione dell'Università di Sassari e di Sardegna Ricerche, avrà una durata triennale e riguarderà una decina di siti di studio. Il budget annuale a disposizione di Agris è di 150mila euro.

Gli agricoltori che aderiranno all'iniziativa avranno un indennizzo di 1500 euro a ettaro. Verranno messi a dimora semi di "cannabis sativa", una varietà di canapa con il principio attivo Thc depotenziato, diversa da quelle con effetti psicoattivi, come la marijuana.

"E' una pianta che ha 25mila diversi tipi di utilizzo. Dai materiali per la bioedilizia ai biocarburanti e, allo stesso tempo, rappresenta un'opportunità unica per aree ormai compromesse come quelle del Sulcis", ha spiegato il responsabile del progetto Gian Luca Carboni, "la sperimentazione servirà a testare la sua capacità di assorbire dal terreno sostanze altamente inquinanti come i metalli pesanti e il grado di accumulo delle stesse da parte della pianta. In questo momento l'interesse maggiore è rappresentato dalla produzioni di seme destinato ad altre coltivazioni o alla produzione di olio".
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