Una mezz'ora di paura, dalle 20,30 alle 21 di ieri sera, in città, scoppia l'inferno: i telefoni delle centrali operative di carabinieri e polizia non smettono di squillare, così come quello dei Vigili del fuoco.

Sono i cittadini a dare l'allarme per quello che sta avvenendo in tre punti diversi di Iglesias: centro (un'abitazione in via Corradino distrutta dalle fiamme partite presumibilmente da uno scaldino elettrico), periferia (dove un vecchio caseggiato diroccato sta andando a fuoco a Col di Lana) e in aperta campagna (lungo la provinciale che collega Iglesias a Villamassargia), dove gli abitanti della località Su Merti avvertono due distinte esplosioni.

Gli uomini delle forze dell'ordine si dividono (in via Corradino arrivano gli agenti della Volante del Commissariato) mentre a Col di Lana convergono i militari della Stazione dei carabinieri.

A qualche chilometro dalla città, dove hanno operato i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile, coordinati dal tenente Giovanni Di Nuzzo, c'è mancato poco che arrivassero anche i militari del Nucleo investigativo da Cagliari.

Dopo ore di accertamenti si è appurato che l'esplosione nel villino in località Su Merti non poteva essere un attentato: secondo gli investigatori e gli accertamenti dei Vigili del fuoco la spaventosa deflagrazione, che ha devastato la casa ancora in costruzione, potrebbe essere stata probabilmente causata da una perdita di gas della bombola collegata a un fornello da cucina che si trovava all'interno dell'abitazione priva di un impianto elettrico.

Ma poteva essere una strage: il proprietario, un carrozziere di Iglesias, era appena andato via.
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