Sulcis polveriera. E a San Gavino non va meglio. Le vertenze occupazionali stanno montando e rischiano di esplodere lasciando a terra centinaia di posti di lavoro.

Portovesme Srl da una parte, Eurallumina dall’altra: si rivedono a decine i caschetti degli operai in lotta, mentre all’orizzonte non sembrano esserci spiragli. In bilico ci sono 1400 buste paga legate alla Glencore, in via diretta o indiretta, e 400 che dipendono dalla Rusal. 

La multinazionale   svizzera ha gelato tutti, venerdì, quando al ministero delle Imprese e del Made in Italy ha chiuso le porte alla proposta sul prezzo dell’energia, che comunque è stabile e non più insostenibile: un credito d’imposta per i prossimi mesi, con somme da definire. Intanto la produzione è ferma, i dipendenti sono in cassa integrazione a turno. I sindacati temono che la rigidità dell’azienda abbia un secondo fine. «Restano tutte le perplessità sulle reali intenzioni della multinazionale svizzera Glencore riguardo alla prosecuzione delle produzioni di zinco e piombo nei due siti di Portoscuso e San Gavino», aveva  detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante. Il timore è che il passaggio, annunciato, dalla produzione di piombo-zinco a quella di litio per le batterie elettriche, nasconda un pesante taglio del personale. Dall’operazione resterebbe tagliato fuori lo stabilimento di San Gavino: quasi 200 dipendenti. 

A Portoscuso alcuni operai si sono incatenati ai tornelli. Nella fonderia da venerdì si dorme in una tenda sul tetto. E oggi il vescovo celebra la messa lì, tra gli operai. 

Da 14 anni, invece, è ferma l’Eurallumina. Il riavvio degli impianti è sempre e solo annunciato. Dovrebbe essere legato all’arrivo del gas, che continua a a non esserci. Non ha portato a niente l’incontro fra sindacati e tre assessori regionali, nella settimana che si è appena conclusa. 

«La Regione vuole che i sardi siano posti tutti sullo stesso livello e possano godere di una tariffa energetica perequata. Allo stesso modo, vogliamo che i lavoratori possano riprendere al più presto la loro posizione in azienda. Per questo, stiamo sollecitando il governo nazionale affinché venga riaperto il tavolo di crisi su Eurallumina, anche alla luce delle controdeduzioni inviate dalla società», avevano detto alla fine della riunione gli assessori Marco Porcu (Ambiente), Anita Pili (Industria) e Ada Lai (Lavoro). I lavoratori, che erano fuori dalla sala Anfiteatro a Cagliari, se ne sono andati con nulla in mano. E tanta rabbia dentro. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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