Il concetto della pace da costruire pezzo per pezzo (rifacendosi alle parole del Papa che ha parlato di "guerra mondiale a pezzi"), la messa al bando di armi e guerre, le varie testimonianze di chi ha consacrato la propria vita all'aiuto del prossimo.

Ha offerto tanti spunti di riflessione la prima delle due giornate dedicate alla manifestazione "Sardegna, isola della pace", che ha radunato oggi ad Iglesias attivisti, professionisti dell'informazione, studiosi, membri di ong e di varie associazioni, appartenenti a diversi credo religiosi e semplici interessati ai temi del pacifismo.

Una lunga giornata durante la quale è stata ribadita più volte "la necessità di contribuire tutti, ciascuno nel proprio piccolo, alla costruzione di un percorso lungo che ha come obiettivo quello di edificare una società virtuosa nella quale armi e guerre risultino concetti assolutamente alieni".

Un messaggio che sembra riecheggiare le parole del vescovo di Iglesias, Monsignor Giovanni Paolo Zedda, che nei giorni scorsi, per la prima volta, si è espresso nettamente sulla questione auspicando "uno sviluppo diverso che sia rispettoso della dignità di tutte le persone" e rifiutando "qualsiasi idea di conservazione o di allargamento della produzione di armi".

Business mondiali delle armi e violazioni delle leggi internazionali in materia di esportazioni sono stati al centro del seminario giornalistico "Legami di pace ed economie di guerra dal Sulcis Iglesiente allo Yemen" dove, a sorpresa, tra tanti noti professionisti era presente anche l'ex presidente della Regione Renato Soru che ha parlato di "Economia Disarmata".

La lunga giornata è proseguita con l'incontro pubblico "Porta il tuo pezzetto di pace ad Iglesias" nel quale, tra intermezzi artistici e declamazioni di opere e frasi del Papa, si sono succedute tante testimonianze da parte di chi ha consacrato la propria vita all'aiuto del prossimo in varie parti del mondo.

Testimonianze che hanno il volto di Cludia, Lavinia, Mohamed, Stefano, Carla, karim, spesso annunciati solo con il loro nome ma capaci di emozionare l'uditorio con racconti di piccole e grandi esperienze umanitarie in giro per il mondo ma anche dalle nostre parti per l'aiuto e il supporto ai migranti e a chi soffre per vari motivi.

Un grande applauso ha accolto Lisa Clark, appartenente alla rete Ican per il disarmo nucleare e insignita, nel 2017, del premio Nobel per la Pace.

"Vorremmo poter continuare ad essere orgogliosi della nostra Nazione chiedendo che questa si unisca ai tanti Stati che hanno ratificato l'accordo per la messa al bando delle armi nucleari", ha auspicato la nota attivista parlando della campagna "Italia Ripensaci".

Toccante la testimonianza di Bonyam Gamal (tradotta dalla stessa Clark), giovane yemenita di "Mwatana for Human Rights", l'associazione che ha denunciato la fabbrica Rwm e l'Uama (l'agenzia che rilascia le autorizzazioni alle esportazioni belliche) per l'uccisione, nell'ottobre 2016, di un'intera famiglia yemenita a causa di un missile prodotto dalla fabbrica domusnovese.

In serata ancora presentazioni di libri, workshop sull'attività delle industrie belliche e tante testimonianze.

In sala Lepori, il sindaco Emilio Gariazzo, in rappresentanza del Consiglio Comunale di Iglesias, ha ricevuto il "Premio Internazionale Chiara Lubich per la Fraternità", un'assegnazione motivata con l'impegno profuso dall'Assise Comunale e dalla città tutta sui temi del rifiuto di ogni conflitto e delle produzioni belliche sul proprio territorio.

Domani la conclusione della due giorni con la marcia "Run4Unity", una staffetta internazionale promossa dai giovani di "Teen4Unity" che attraverserà idealmente i 5 continenti per testimoniare che "l'unità del mondo è possibile".

Simone Farris
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