Le valigie sono rimaste sempre a portata di mano e, nell'Iglesiente, sono ancora tanti i giovani che le fanno per cercare lavoro.

Varcando i confini, non solo territoriali e nazionali, ma anche dell'Unione europea.

Lo conferma (anche) il numero dei passaporti rilasciati nel territorio che comprende Iglesias e i centri del circondario: dall'inizio dell'anno sono oltre 900, mentre in tutto il 2018 sono stati circa 800.

Se i numeri hanno un senso (e, di solito, lo hanno) il notevole incremento dei documenti per l'espatrio richiesti basta a dare un'idea di come il fenomeno migratorio sia tutt'altro che un vecchio ricordo.

Anche perché oltre la metà di coloro che ottengono il passaporto ha un'età compresa nella fascia 18-28 anni e si accinge a espatriare proprio per motivi di lavoro.

A metterci del suo è anche la cosiddetta "Brexit-fobia": il Regno Unito che, pur con i ripetuti posticipi, si accinge a uscire dall'Unione europea, si conferma tra le mete preferite.

Per Antonello Congiu, segretario generale della Camera del lavoro del Sulcis Iglesiente, "il fenomeno non è mai cessato e oggi riguarda, in prevalenza, giovani con qualifiche elevate che, solo lasciando il territorio, riescono a vedere premiato il loro impegno. Il territorio, però, si impoverisce ulteriormente".

"I talenti andrebbero valorizzati", commenta Enrico Santus, 34 anni, di Iglesias, ricercatore al Mit, università di ricerca statunitense tra le più importanti al mondo, che si occupa di intelligenza artificiale.

"In generale concordo con i giovani che se ne vanno, visto che decenni di egoismo, favoritismi, regalìe hanno rubato tutte le prospettive. Ma è triste vedere il territorio così spento".
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