"Mi voglio integrare: sono stanco di essere assistito". Se da qualche giorno via Marche, piazza Berlinguer e dintorni sono decisamente più puliti si deve a un omone di quasi due metri, dal sorriso accattivante, modi affabili, indole però riservata.

AL LAVORO - Destiny Osifo, nigeriano di 37 anni, armato di ramazza, paletta e buste di plastica, da alcuni giorni sta letteralmente passando al setaccio, pulendoli, alcuni marciapiedi del centro.

In alcuni punti di via Marche, ancora ieri, il colpo d'occhio era notevole: ordine e nettezza. Sparite cartacce, cicche di sigarette e bottigliette di plastica che gli incivili gettano per terra con un gesto ormai automatico. E via pure le erbacce.

O, almeno, quelle in mezzo al marciapiede, perché chiedere al giovane nigeriano di estirpare anche i giganteschi cespugli subito a ridosso dei camminamenti sarebbe davvero troppo ripensando agli enti pubblici che in teoria (la pratica è tutto un altro discorso) dovrebbero occuparsene.

LA STORIA - Il giovane proviene da Decimo, dove da circa 2 anni è ospite di un centro di assistenza. È un rifugiato. E sui motivi della fuga dalla Nigeria glissa ma una cosa, pur in un italiano stentato, rivela chiara e tonda: è arrivato con uno dei barconi della disperazione, tratti in salvo grazie a una delle operazioni umanitarie.

Ma stare qui senza far nulla evidentemente non è nel suo stile. Così, offrendo un esempio di come in minima parte possa ripagare dell'ospitalità il paese che lo sta sostenendo, ha avuto l'idea di procurarsi scopa e paletta e di darsi da fare.

Un programma semplice, riportato in un cartello che viene poggiato nei punti in cui il giovane dà di ramazza. Non traspare certo una mera richiesta di obolo, ma la volontà di rimboccarsi le maniche.

"Desidero integrarmi onestamente nella vostra città - annota - senza chiedere l'elemosina: terrò pulite le vostre strade e vi domando solo un contributo di 50 centesimi per buste, scope e palette. Materiali per la pulizia sono bene accetti".

I COMMENTI - Qualcuno (contribuendo alle spese) si è anche compiaciuto della sua iniziativa, come Gianni Congia , un pensionato residente del quartiere: "Non sta chiedendo l'elemosina, sta lavorando".

Altri passanti osservano incuriositi ma ammettono che si tratta di un bell'esempio. "Indubbiamente lo è - spiega l'assessore comunale alle Politiche sociali Loredana La Barbera - perché al fondo di tutto si può leggere un tentativo di integrazione: analoghe iniziative di cittadinanza attiva verranno però lasciate in futuro non all'autonomia, benché lodevole, del singolo ma disciplinate in un regolamento apposito che terrà conto di questi gesti".
© Riproduzione riservata