Allarme Covid nel Sulcis, dopo una segnalazione dell'Ats su casi di positività legati a varianti del virus, con la consegunte necessità di procedere a un monitoraggio.

La comunicazione ha indotto i sindaci di Carbonia e Iglesias – Paola Massidda e Mauro Usai - a prendere immediati provvedimenti, a cominciare dalla chiusura delle scuole per due settimane.

Lo hanno comunicato gli stessi primi cittadini nel corso di una diretta su Youtube.

Da quanto si apprende, la richiesta di stop precauzionale è estesa ai luoghi dove si svolgono attività ludico sportive e riguarda anche i trasporti pubblici.

I SINDACI – Il motivo del provvedimento, spiega Massidda, "è legato alla impossibilità di poter tracciare i contagi a causa del numero limitato di operatori presenti nel territorio".

"Una situazione disastrosa - conferma il sindaco di Iglesias Usai - si torna indietro di un anno. Noi siamo già intervenuti con la chiusura di alcune scuole, ma ci è stato comunicato che non è stato possibile tracciare i contatti. Io ringrazio gli operatori sanitari che stanno lavorando, si tratta però di solo cinque persone che devono gestire i numeri di un territorio di 150mila abitanti".

La chiusura delle scuole, sottolineano i due primi cittadini, serve a garantire che il virus non si diffonda nei comuni limitrofi visto che ogni giorno centinaia di studenti pendolari frequentano le scuole di Iglesias e Carbonia. "Sentiremo subito i dirigenti scolastici per fare il punto della situazione", conclude Usai.

POLEMICHE – La situazione è anche motivo di polemica politica a livello regionale. 

"Quanto sta accadendo nel Sulcis Iglesiente, con i sindaci costretti a chiudere le scuole per prevenzione perché l'azienda sanitaria non è in grado di procedere con il tracciamento, certifica il fallimento dell'intero sistema”, commenta il segretario regionale del Pd, Emanuele Cani. Che aggiunge: “Apprendiamo che per svolgere il lavoro ci sono solamente 5 persone. Non è pensabile che, in una situazione di emergenza come questa, ci si affidi al senso di responsabilità delle persone. E' necessario – conclude Cani – che le unità che procedono sia al tracciamento sia alle vaccinazioni siano potenziate. La Regione si attivi e proceda immediatamente per trovare una soluzione a questo problema. Così come a quello delle persone fragili che non possono spostarsi da casa”.

ATS – Dal canto proprio, Ats ha diramato una nota, dove si legge: “In merito all'ordinanza emessa dai Sindaci di Carbonia e di Iglesias che ha previsto la chiusura delle scuole per la presenza di diversi casi di positività al Covid -19, Ats Sardegna intende precisare che quanto comunicato dal Servizio Igiene e Sanità pubblica del Dipartimento zona sud alle amministrazioni comunali interessate è solo un consiglio prudenziale, con l'obiettivo di evitare l'ulteriore diffondersi dei contagi nel territorio”.

I numeri, dice Ats, sono in aumento nel Sulcis: “Solo nel comune di Carbonia si sono registrati, nelle ultime 24 ore, 35 nuovi casi di positività”.

"Tuttavia le competenze e la decisione di chiudere o meno gli istituti scolastici - spiega il Commissario straordinario di Ats Sardegna Massimo Temussi - resta nelle mani dei sindaci, sono loro che possono decidere sulla base delle loro valutazioni".

"Respingiamo al mittente qualsiasi accusa e tentativo di strumentalizzazione sull'attività di tracciamento - prosegue il Commissario Temussi - dal momento che, proprio in questi giorni, sono state assunte cinque persone con l'obiettivo di potenziare le attività di tracciamento della zona del Sulcis Iglesiente".

"Mercoledì scorso, durante la conferenza socio sanitaria con i sindaci del territorio, abbiamo ribadito l`importanza di portare avanti la campagna regionale di screening di massa Sardi e Sicuri, unico strumento in grado di tenere sotto controllo la catena dei contagi e garantire il tracciamento sino a che non sarà conclusa la campagna vaccinale. Spiace constatare - conclude il manager di Ats Sardegna - che proprio la prima cittadina di Carbonia abbia sollevato delle perplessità sulla campagna di screening per la presenza di pochi casi. I numeri invece ci hanno dato ragione: il virus del Covid non è sparito, purtroppo sono presenti le varianti ed è importante monitorare la popolazione per il contenimento dei contagi ".

(Unioneonline/l.f.)

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