Troppi turisti? La giustificazione non regge. Anche perché i disservizi sui rifiuti in alcuni Comuni non hanno stagione. L'ultima protesta - è cronaca di ieri - è stata a Serramanna, dove per settimane i sacchetti hanno invaso le strade del paese.

Ora l'emergenza è stata superata ma il servizio porta a porta non soddisfa ancora né i cittadini né il Comune.

Un esempio, tra i tanti possibili. La stessa esperienza l'hanno vissuta a Cuglieri, dove qualche cittadino ha portato i sacchi della spazzatura davanti al Municipio per protesta; a Bosa, dove la frequenza della raccolta prevista in appalto non è stata rispettata, e in altri centri dell'Isola, da Calasetta a Fluminimaggiore, da Buggerru a Calasetta.

LA CONFAPI - Perché accade? Secondo Confapi Sardegna c'è una ragione precisa: "Molte grandi aziende per aggiudicarsi gli appalti ed acquisire un maggiore punteggio offrono più servizi di quelli richiesti nel capitolato, spesso rinunciando agli utili d'impresa", spiega il presidente Mirko Murru.

"Ma una volta aggiudicato l'appalto non riescono a rispettare gli impegni e i Comuni si trovano a dover fronteggiare le emergenze". Non solo i rifiuti per strada, che creano danni dal punto di vista igienico sanitario e dell'immagine turistica, ma anche conseguenze di tipo occupazionale perché c'è chi non riesce a pagare nemmeno gli stipendi ai dipendenti. Inoltre nascono contenziosi, rescissioni contrattuali, vertenze sindacali.

Non solo: le aziende sarde, che non si possono permettere eccessivi ribassi, vengono quasi sempre penalizzate. Colpa, sostiene Murru, "del nuovo codice appalti e della riforma del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa".

ATTENTI ALLE GARE - Per evitare estati difficili come quella appena passata, Confapi suggerisce alcune soluzioni alle amministrazioni che stanno per aggiudicare le gare per il servizio di raccolta dei rifiuti. Nei giorni scorsi è stata inviata una lettera all'Anci e un'altra al Comune di Dorgali, che sta per aggiudicare la gara.

"Se volete evitare disagi, valutate attentamente la congruità delle offerte e diffidate di quelle estremamente aggressive che hanno il solo fine di aggiudicarsi gli appalti omettendo di far fronte agli impegni contrattuali assunti con la stazione appaltante".

L'ANCI - L'Anci ha una posizione differente. "Uno dei problemi riguarda la progettazione del servizio: molti uffici tecnici dei Comuni non hanno le competenze per farla e quindi o si formano adeguatamente le strutture burocratiche o si affidano i compiti a personale esterno", osserva il presidente Emiliano Deiana.

"Un altro aspetto riguarda i controlli sulla costruzione delle gare da parte dell'autorità anticorruzione. Detto questo", rileva ancora Deiana, "occorre che la Regione cambi alcune regole perché la raccolta differenziata non ha prodotto risparmi per i cittadini, anzi i costi di smaltimento sono diventati insostenibili e le tariffe per i cittadini sono eccessivamente alte. Infine, le commissioni aggiudicatrici devono essere inflessibili nell'aggiudicare la congruità delle offerte".

PERSONALE RIDOTTO - Umberto Oppus, direttore dell'Associazione nazionale dei comuni, evidenzia un altro aspetto: "Il problema è anche la capacità dei Comuni di governare gli appalti dopo l'aggiudicazione. In Sardegna la stragrande maggioranza dei Comuni ha carenze di personale ed ha difficoltà a verificare se il servizio offerto è conforme a quanto previsto dai capitolati".

Il problema dei rifiuti, soprattutto quello della raccolta differenziata, è complesso per tutti. Soprattutto per i Comuni costieri, che non a caso sono quelli che hanno avuto le maggiori difficoltà. "Prendiamo ad esempio Muravera", esemplifica Oppus: "Non si sa mai quante persone arriveranno perché c'è il fenomeno delle seconde case affittate in nero. Come fa il Comune a tarare correttamente la raccolta?".

Fabio Manca

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