Il ticket per Mari Pintau slitta al 2025, e mentre a Quartu Sant’Elena si decide che il delicato ecosistema di questo lido può subire ancora per un’estate la ressa di migliaia di corpi al sole, da Santa Teresa Gallura e Arzachena altre due spiagge – Rena Bianca e Le Piscine di Cannigione – si aggiungono all’elenco degli arenili a numero chiuso. Cresce in Sardegna il fronte dei sindaci che alzano l’argine dei ticket, dei parcheggi a pagamento e degli ingressi contingentati in difesa delle spiagge più sensibili prese d’assalto dai vacanzieri.

La mappa delle protette

A San Teodoro sono a numero chiuso Cala Brandinchi e Lu Impostu: massimo 1.447 persone nella prima; 3.352 nella seconda. A Stintino l’accesso alla spiaggia della Pelosa è consentito a un massimo di 1500 bagnanti; a Villasimius 450 ammessi a Porto Sa Ruxi e 700 a Punta Molentis; Teulada riserva l’ingresso a Tuerredda a 1.100 persone. E poi La Maddalena, Orosei, Baunei, Santa Teresa Gallura (1.015 a Rena Bianca) e Arzachena.«Se c’è l’esigenza di introdurre il numero chiuso per preservare un bene ambientale, vuol dire che, almeno in alcuni territori, siamo arrivati al limite di saturazione, o che ci siamo molto vicini», sottolinea l’assessore al turismo Franco Cuccureddu. Questo, «ci deve far riflettere su che tipo di turismo vogliamo e su quali strategie dobbiamo puntare».

Siccità

Spaventa anche sul versante turistico il caso degli invasi semivuoti, premessa di uno scenario di acqua razionata anche negli hotel. Perché l’intenzione, ovviamente, è privilegiare la popolazione residente e non sottometterla all’esigenza di dare acqua ai turisti.

Tutti i dettagli negli articoli di Piera Serusi e Luigi Almiento su L’Unione Sarda in edicola e sull’edizione digitale

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