Da Lanusei ad Alghero, da Aritzo a Santa Giusta, passando per Olbia, Cagliari, Villasimius.

Nel 2020 in Sardegna sono stati 21 gli episodi di attentati o intimidazioni ai danni di amministratori locali, consiglieri e anche contro il presidente della Regione, che posizionano l’Isola al quinto posto di una triste classifica nazionale stilata da Avviso Pubblico nel consueto rapporto annuale “Amministratori sotto tiro”.

In prima posizione, a livello generale, c’è la Campania con 85 casi censiti di attentati. A seguire: Puglia e Sicilia (55), Calabria (38), mentre la Lombardia è la regione più colpita al nord (37 casi).

La Sardegna è inoltre uno dei pochi territori in cui a esser preso di mira è stato il governatore Christian Solinas. È successo anche ad Attilio Fontana (Lombardia), Alberto Cirio (Piemonte), Giovanni Toti (Liguria), Luca Zaia (Veneto), Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna), cronache che confermano come le minacce, e spesso anche i fatti, si siano concentrate soprattutto, nel 60 per cento dei casi, sugli amministratori locali, in particolare sui sindaci (63 per cento), seguiti dai consiglieri comunali (23%), assessori (8%) e vicesindaci (5%).

LE MODALITÀ – Il primo strumento utilizzato per intimidire sono stati i social network, il più delle volte per motivi legati alle restrizioni determinate dall’emergenza coronavirus. E quindi via con offese, insulti e delegittimazioni fino alle diffamazioni. Ci sono poi gli incendi, le telefonate minatorie insieme a biglietti, lettere, messaggi, i danneggiamenti, le scritte offensive fino all’uso di ordigni ed esplosivi, spari contro case e macchine, l’invio di proiettili.

LE RAGIONI – Gli autori di questi gesti, tralasciando le ipotesi di estremismo politico, sono mossi secondo Avviso Pubblico spesso da una frustrazione. In pratica: “Non riesco a ottenere ciò che voglio a causa di quell’ostacolo burocratico”, e in questo clima le amministrazioni e le istituzioni pubbliche vengono vissute come burocrazie inutili, che non sanno prendersi cura della vita delle persone, soprattutto se si tratta di enti locali, più “vicini” territorialmente. Ecco allora che si cerca qualche persona fisica a cui attribuire la “colpa” di quanto accade e si tenta di suscitare in altri forme di solidarietà anche virtuali.

Ecco perché i sindaci sono in cima alla lista, sono mediaticamente più esposti, facilmente identificabili e sono i decisori locali.

Tornando alla Sardegna, si possono ricostruire cronologicamente alcuni significativi episodi del 2020.

Il 31 gennaio a Burgos viene data alle fiamme l’auto del vicesindaco Tonino Nieddu;

il 10 febbraio a Orroli il vicesindaco Anna Pitzalis si ritrova squarciate le gomme della macchina;

il 27 febbraio a Villagrande Strisaili va a fuoco la casa del consigliere comunale Valerio Ecca;

il 5 aprile a Cagliari un uomo insulta gli agenti della Polizia locale durante un controllo e riprende tutto con il telefono, diffondendo il video sui social network;

il 18 giugno scritte diffamatorie appaiono a Villagrande Strisaili contro il sindaco Alessio Seoni. Gli autori, oltre a deridere il primo cittadino, in carica da un anno, disegnano una croce sul muro perimetrale della sede comunale nella frazione di Villanova Strisaili.

il 12 agosto a Sardara vengono estirpate 700 piantine della vigna e viene distrutto l’orto di Ercole Melis, vicesindaco con delega all’Agricoltura;

il 24 agosto ad Alghero il sindaco e la Giunta decidono di denunciare alcuni utenti Facebook per i vari messaggi diffamatori pubblicati nei confronti dell’Amministrazione comunale;

il 29 agosto ad Aritzo è la volta del sindaco Gualtiero Mameli al cui indirizzo compaiono scritte sui muri con minacce. Motivo del malcontento è l’arrivo di una quindicina di migranti. Nel mirino finisce anche il gestore dell’hotel che dovrà ospitarli.

l’11 settembre a Jerzu viene incendiato il furgone del consigliere comunale Fabrizio Contu;

il 13 settembre a Bolotana le scritte di minacce contro il sindaco Annalisa Motzo;

il 14 settembre ad Alghero l’aggressione al sindaco da parte di alcuni cittadini. Mario Conoci racconta tutto in una nota ufficiale in cui condanna duramente quanto accaduto;

il 23 ottobre su un muro di Santa Giusta la scritta “Sindaco corrotto, sindaco colluso”. Sono i giorni delle elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale. La frase è rivolta al sindaco Antonello Figus che si ricandida.

il 5 novembre le minacce di morte al presidente della Regione, Christian Solinas, vengono ritrovate su un marciapiede a Cagliari. Qualcuno ha disegnato con una bomboletta spray l’immagine di un uomo impiccato con la scritta “Solinas” e il simbolo degli anarchici;

il 23 novembre, sempre a Cagliari, scritte intimidatorie contro il governatore e l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, compaiono durante la notte sul muro perimetrale di Villa Devoto. “A Foras is tzeracos” (“fuori i servi”), si legge, e “Solinas-Nieddu assassini”. In una terza scritta, sempre su un muro, “Solinas chiudi le frontiere”. Accanto viene disegnata una forca.

Il 12 dicembre a Olbia intimidazione rivolta a Gian Franco Bardanzellu, imprenditore, ex consigliere regionale ed ex amministratore comunale. Su una colonnina delle pompe di carburante, viene recuperato un pupazzetto realizzato a sua immagine e somiglianza, avvolto in un guinzaglio per cani e tre bossoli di cartucce per fucile calibro 12;

il 17 dicembre a Villasimius a fuoco l’auto di una società che fa capo all’imprenditore  Sergio Ghiani, assessore al Turismo della giunta. L’auto era in uso alla figlia;

il 23 dicembre a Lanusei, nelle vicinanze del rione Su Tauli, appaiono su un muro delle frasi ingiuriose rivolte al primo cittadino, Davide Burchi, e al suo vice Salvatore Zito.

(Unioneonline/s.s.)

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