Tranne qualche temporale sparso, dal cielo non arriva alcun soccorso e, mentre in Sardegna si fa il bilancio di una felice stagione turistica, comincia a far davvero paura la perdurante siccità.

È preoccupante l'ultimo aggiornamento che arriva dal Distretto idrografico sul livello degli invasi.

In sintesi, su quasi un miliardo e 800 milioni di metri cubi di capienza autorizzata, oggi l'Isola può contare solo su una riserva di 600 milioni di metri cubi d'acqua, 130 milioni in meno rispetto alla fine di agosto.

Detto in termini di livello di riempimento dei bacini (cioè dell'acqua che effettivamente c'è dentro), oggi la media è del 43 per cento (era del 52 un mese e mezzo fa) con le situazioni più allarmanti nella Nurra, in Baronia, nel resto del Nuorese e nel Sulcis.

LA SPERANZA - "È una situazione di preallarme o allarme", sintetizza Giovanni Sistu, amministratore unico di Enas, l'ente acque della Sardegna.

I grandi bacini come il Flumendosa tengono, mentre gli altri, Liscia a parte, sono ai minimi storici.

"Abbiamo garantito l'irrigazione delle colture per tutto agosto e settembre e adesso stiamo dando il servizio di soccorso. Si è pensato infatti di salvaguardare le produzioni della stagione nella speranza dell'arrivo delle piogge autunnali". Sicché non resta che sperare in un novembre e un dicembre piovosi.

"La priorità - avvisa Sistu - resta la fornitura idropotabile". Ovvero quella dei rubinetti di abitazioni e attività produttive.

Non a caso, come Enas, anche Abbanoa (che compra l'acqua grezza dall'ente proprietario delle dighe) spera che le riserve vengano rimpinguate dalle piogge della coda d'autunno.

PROGRAMMI A RISCHIO - Sperano, potete capire, anche dalle parti dei Consorzi di bonifica, gli enti che passano l'acqua agli agricoltori e alle aziende zootecniche.

Il livello preoccupante delle scorte d'acqua nei bacini rischia di mandare a gambe all'aria i programmi per la prossima stagione irrigua. Il fatto è che se per tradizione gli investimenti vengono decisi a novembre, oggi il termine viene obbligatoriamente spostato a gennaio.

"In queste condizioni non possiamo fare altrimenti", dice Roberto Meloni, direttore del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, 37mila consorziati in un territorio di 20 mila ettari che comprende tutto il Campidano fino a Cagliari e parte dell'Oristanese.

Questa è obiettivamente la parte dell'Isola con più riserve idriche grazie al sistema del Mulargia e del Flumendosa ma, puntualizza Meloni, "la crisi del Leni, del Simbirizzi e del Cixerri ci crea evidenti problemi anche perché queste sono risorse perlopiù destinate all'agricoltura. In queste condizioni ci vengono a mancare già 40 milioni di metri cubi d'acqua" (il consumo si aggira in totale sui 120 milioni di metri cubi).

LA LETTERA - In questi giorni in cui vengono fatte le irrigazioni di soccorso per i carciofi e le produzioni in serra, l'ente spedirà una lettera ai consorziati per illustrare la situazione.

"Un comunicato che non drammatizza né tranquillizza. Non possiamo fare i programmi per la prossima stagione irrigua perché non sappiamo se, e quanta acqua avremo a disposizione. Rimandiamo tutto a gennaio, con la speranza che intanto gli invasi si riempiano".

IRRIGAZIONI DI SOCCORSO - In Gallura, giusto ieri il Consorzio di bonifica ha chiesto a Enas il servizio di irrigazione di soccorso per le colture autunnali e invernali.

"Non possiamo fare altro; nella speranza che piova, finalmente", spiega il presidente Marco Marrone.

È quel che si dice anche in provincia di Nuoro dove le situazioni più critiche sono quelle della diga di Posada (nel Maccheronis ormai si può soltanto pescare le acque morte dal fondo) e del Cedrino. E dire che solo nel maggio scorso, grazie alle scorte arrivate d'inverno, erano piene.

"Oggi sono ai minimi termini - spiega Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale -. Da settembre in alta Baronia serviamo con le autobotti della Protezione civile aziende agricole e case sparse, mentre per quanto riguarda il Cedrino che serve la Bassa Baronia, la piana di Marreri e Isalle, stiamo dando un'ora d'acqua per l'abbeveraggio del bestiame e l'irrigazione di orti e agrumeti".

Un disastro, sintetizza Gavino Zirattu, presidente del Consorzio di bonifica della Nurra.

"Il livello dei bacini è quasi a zero e, oltre ai danni patiti durante l'estate, sono a rischio le colture autunnali e invernali». Inoltre, aggiunge, «nelle aziende zootecniche non si è potuto seminare gli erbai".

Non ci sarà l'erba fresca per la nascita degli agnelli. Gli allevatori continueranno a comprare foraggio e mangime.

Piera Serusi

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