Le preghiere - com'era prevedibile - non sono state esaudite: dal cielo manco una goccia da mesi, e così sarà ancora per un bel po'.

La totale assenza di piogge (il trend è drammatico per il quarto anno consecutivo), la nuova bolla di caldo africano, i consumi eccezionali dovuti al boom del turismo, le pesantissime perdite dalle reti, la mancanza di connessione dei sistemi, l'evaporazione, tutti questi fattori sono un mix che aggrava di ora in ora l'emergenza siccità.

Negli invasi - complessivamente, ieri - il livello di riempimento era del 52%.

A luglio era del 59, a giugno del 67, a maggio del 74%. Su 1.799,35 milioni di metri cubi autorizzati nelle dighe, attualmente ce ne sono 734,234. Stiamo "bevendo" le scorte.

LE ZONE PIÙ COLPITE - Le situazioni più difficili sono nella Nurra e in generale in tutta la parte nord-occidentale dell'Isola; nella zona del Cedrino; nel Sulcis Iglesiente.

Ventinove comuni hanno le restrizioni, a volte dal pomeriggio, i consorzi di bonifica chiedono più acqua per i campi (dove le chiusure vanno avanti già da mesi), qualcosa è stato concesso ma non basta, e ovviamente la precedenza va all'uso potabile. Gli enti litigano.

GLI ENTI - "Stiamo cercando di rispettare la programmazione", sottolinea Giovanni Sistu, amministratore unico di Enas (Ente acque della Sardegna), "e sollecitando i consorzi di bonifica a non esagerare con la fornitura quando l'acqua è disponibile. Ma l'emergenza non riguarda tutta l'Isola: le difficoltà maggiori sono a nord, dove il livello del Temo è molto basso, e un impianto di sollevamento non sta funzionando. A Punta Gennarta siamo all'ultimo milione di metri cubi: Iglesias è in forte crisi".

Abbanoa protesta con Enas, e con una lettera di tre giorni fa firmata dal direttore generale, Sandro Murtas, sottolinea che "nell'impianto del Temo si sta rilevando una progressiva riduzione della fornitura d'acqua grezza, che da 226 litri al secondo è passata a 200. Si è reso necessario procedere alle interruzioni dell'erogazione, soprattutto a Macomer e Bosa, con conseguenti notevoli disagi per la popolazione. Si chiede a Enas di garantire le quantità precedenti".

LE CHIUSURE - Nel Sassarese "a causa delle condizioni del Bidighinzu, l'Enas ha imposto ad Abbanoa una riduzione di 70 litri al secondo sulla portata prelevata dal lago e lavorata dall'omonimo potabilizzatore", fa sapere il gestore idrico.

Rubinetti a secco, dunque, dalle 17 alle 6 del mattino successivo in diversi quartieri di Sassari; in altri, approvvigionati dal potabilizzatore di Truncu Reale che tratta l'acqua grezza proveniente dal Coghinas, dalle 21 alle 6, così come a Ittiri, Tissi, Ossi, Uri, Olmedo, Sorso, Sennori, Osilo, Muros, Codrongianos, Ploaghe, Chiaramonti, Nulvi, Thiesi, Bonnanaro, Torralba e Borutta.

Ancora: restrizioni (invaso di Monteleone Rocca Doria) a Macomer, Bosa, Bonorva, Villanova Monteleone e Putifigari.

Ad Alghero vengono eseguite limitate chiusure notturne da mezzanotte alle 5. Chiusure notturne anche a Tempio, e in alcune zone di Palau e La Maddalena. In affanno le frazioni marine di Cuglieri: Santa Caterina, S'Archittu e Torre del Pozzo.

La quantità di acqua disponibile non riesce a coprire i consumi che, come ogni anno, segnano un incremento in estate. Chiusure anche a Suni.

"Codice rosso" a Iglesias e, in Ogliastra, a Loceri e Ilbono.

LE PERDITE - Alla delibera dell'8 agosto del Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino che incrementa i volumi nel nord, è allegata una relazione raccapricciante.

"Per il quarto anno consecutivo, a causa dei bassissimi valori di pioggia, in una parte dei sistemi idrici si deve far fronte al fabbisogno idrico multisettoriale utilizzando le riserve accumulate nei serbatoi negli anni più favorevoli. L'aspetto più rilevante da sottolineare è che a una diminuzione degli afflussi corrisponde una diminuzione dei deflussi ben più marcata".

Spiegano dagli uffici regionali che, ad esempio, nel Coghinas, precipitazioni medie di circa il 13% in meno, determinano una contrazione dei deflussi di circa il 38%.

Per il Flumendosa il rapporto è di 20 a 50%. E, per quanto riguarda le perdite delle reti, se la media dell'Isola è del 55% (fonte Istat), quelle stimate sulle necessità di Alghero, Sassari e Porto Torres, sono rispettivamente del 75, 53 e 74%.

Cristina Cossu

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