Avrebbe simulato l’omicidio della propria compagna «per attirare le forze dell’ordine in una trappola mortale».

È quanto scrivono in una nota congiunta Carabinieri e Polizia a proposito degli intenti dell’uomo di 64 anni – Antonio Maria Pani – che ha scatenato il panico nella notte tra martedì e mercoledì a Ozieri e che ora rischia di dover rispondere di accuse pesantissime.

Ecco la ricostruzione ufficiale degli investigatori su quanto accaduto: 

«Nel corso della nottata appena trascorsa, a Ozieri, i Carabinieri della locale Compagnia e il personale del Commissariato di Polizia di Stato hanno arrestato in flagranza di reato un uomo poiché ritenuto responsabile dei reati di strage, minaccia a Pubblico Ufficiale e simulazione di reato».

«In particolare – spiegano gli investigatori – nel corso della serata di ieri 29 aprile, sulla linea d’emergenza 112 giungeva una chiamata che richiedeva un intervento urgente presso un’abitazione sita nella località “Tramentu” poiché un uomo aveva riferito di aver assassinato la propria compagna (senza specificare altri dettagli), annunciando l’intenzione di togliersi la vita».

Sul posto sono così giunti rapidamente, assieme ai vigili del fuoco di Ozieri e al 118, anche agenti e carabinieri. 

I soccorritori – spiegano gli inquirenti – «riuscivano ad accedere all’interno della palazzina costituita da quattro livelli scavalcando il muro di recinzione e forzando la porta di ingresso, in quanto anche allarmati dal forte odore di gas che interessava l’intera zona. Il personale operante ispezionava quindi tutti i locali e giunti all’interno dell’ultimo appartamento costatavano che gli ambienti erano completamente saturi di gas in quanto porte e le finestre esterne erano state tutte accuratamente sigillate con nastro adesivo da carrozziere al fine di non disperdere la miscela di gas propano che fuoriusciva da due grosse bombole che erano state appositamente collegate ai tubi del sistema di aereazione interna».

Dopo la messa in sicurezza dell’abitazione, agenti e militari sono poi riusciti a scovare l’uomo, «che sin da subito mostrava un atteggiamento ostile».

Il 64enne era anche in possesso di un telecomando dotato di sistema wireless: tale dispositivo qualora innescato, avrebbe dato corrente a una mola a disco e a un piano cottura che, avviandosi, avrebbero provocato una pioggia di scintille incandescenti che avrebbero innescato l’esplosione del gas con terribili conseguenze per gli uomini delle forze dell’ordine e per i soccorritori. 

Nella casa sono stati inoltre recuperati «numerosi fogli manoscritti recanti frasi farneticanti contro l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato e la Magistratura, oltre che libri e manifesti inneggianti al fascismo», materiale ora al vaglio dell’autorità giudiziaria.

Dagli accertamenti è inoltre emerso che nell’anno 2022 aveva deturpato e distrutto la lapide posta nella Frazione di Chilivani in ricordo del carabiniere scelto Walter Frau, trucidato la mattina del 16 agosto 1995 da alcuni rapinatori insieme al collega Ciriaco Carru.

Il 64enne è stato infine arrestato e, su disposizione della Procura della Repubblica di Sassari che coordina e dirige le indagini, trasferito presso il carcere di Bancali.

(Unioneonline)

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