«Era un bravissimo ragazzo».

Così Augusto Vannucci, istruttore federale di pesca in apnea, ricorda Daniele Giglio, scomparso stamattina nelle acque di Porto Palmas a 300 metri dalla riva.

Il giovane aveva intrapreso con l’Apnea Team Sassari un percorso di approfondimento della disciplina sportiva. «Era sempre super allegro e gentile. Con noi faceva apnea indoor nelle piscine di Lu Fangazzu e aveva cominciato a gareggiare in qualche competizione regionale».

Daniele aveva il mito, così riferisce Vannucci, di grandi apneisti come Alessia Zecchini, campionessa del mondo indoor e outdoor nel 2019, e di Umberto Pellizzari, recordman in diverse categorie della specialità.

Cosa può essere successo al giovane? «In questi casi può capitare, purtroppo, che si vada in blackout, quando si ha un eccesso di anidride carbonica in corpo e il cervello ordina di respirare e a quel punto si beve acqua».

Incidenti simili sono occorsi anche a sub molto esperti e, in questi casi, si deve sperare di essere andati in mare con un collega. «È la regola di sicurezza numero uno», afferma Augusto Vannucci che poi ricorda Daniele con un’ultima frase: «Era molto cordiale e appassionato. Quel che è successo è una tragedia».

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