L’acqua non ha risparmiato neppure una piantina di fragole, inondando dieci ettari di terreno coltivato ad ortaggi e frutta. Vittima dell’esondazione del Rio Mannu, l’azienda agricola storica della famiglia Porqueddu, Franco e Paolo, padre e figlio, 67 il primo e 42 il secondo: in quei terreni di Piand'Usai ci hanno messo non solo i semi ma il cuore e l’anima.

Franco ci lavora da 40 anni, “una vita” dice lui “sempre con il sostegno di mia moglie Rosa e dei miei tre figli” e stamattina l’amarezza si sentiva forte nelle sue parole.

È l’unica azienda agricola di ortaggi che appartiene al Comune di Porto Torres e oggi piange un lavoro di un anno, “la semina l’avevamo già fatta a settembre – spiega Franco Porqueddu – una coltivazione a rotazione che porta frutti dall’estate fino a primavera inoltrata. Così non è rimasto più niente, solo i danni da contare considerando che oltre alle fatiche sprecate, ai costi del personale e ai contributi, diventa difficile ottenere un indennizzo a titolo di risarcimento”.

Per ora si sono limitati a segnalare i danni al Comune e contano di ottenere qualche indennità dalla Regione. L’acqua ha raggiunto quasi due metri sopra il livello degli argini, “così ha invaso anche la stazione di pompaggio con due pompe elettriche sommerse d’acqua e ormai inutilizzabili – aggiunge il figlio Paolo – danni ulteriori che si aggiungono ad una situazione di criticità che non avevamo mai vissuto”.

L’azienda gestisce 23 ettari di terreni, 10 ottenuti in affitto dal Consorzio industriale, e da oltre 20 anni ha aperto anche un punto vendita dove si vendono solo prodotti agricoli propri, con un’affiliazione con la Coldiretti che le permette di partecipare ai mercati agricoli della provincia.

Secondo i titolari la pulizia del fiume e soprattutto gli argini ripuliti dai rifiuti e dagli alberi caduti di traverso avrebbero potuto limitare la piena, “il fiume andrebbe bonificato, - dicono - i rifiuti e gli alberi impediscono lo scorrimento dell’acqua”.

L’ultima piena risale al ’76 “quando l’acqua raggiunse livelli altissimi oltre i 4 metri” ricordano Franco e Paolo “ma allora era diverso, mentre oggi ci ritroviamo ad affrontare maggiori difficoltà”.

Anche la moglie Rosa non nasconde l’amarezza: “Viviamo di questo lavoro e per il troppo caldo abbiamo raccolto pochi frutti quest’estate con cinque dipendenti da pagare. Abbiamo lavorato per pagare il personale e quindi il nostro guadagno di un anno di fatiche doveva arrivare proprio adesso, invece tutto è andato perduto”.
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