Chiusa l’istruttoria dibattimentale del processo sulla discarica abusiva di “Minciaredda" contro i quattro dirigenti ex Syndial (Eni), la parola passerà ai legali delle parti civili e al pubblico ministero.

Sul banco degli imputati il manager Eni, Gianluca D’Aquila, e i colleghi Luigi Volpe, Francesco Misuraca e Giovanni Milani, accusati dalla Procura di disastro ambientale per non aver posto in essere la manutenzione, la sorveglianza e i controlli della discarica nella zona industriale di Porto Torres, in località La Marinella. Il primo marzo, invece, sarà la volta della difesa.

In aula, martedì 15 febbraio, si aprirà la discussione del pm e degli avvocati delle parti civili: Ministero dell’Ambiente e della Transizione ecologica, comuni di Sassari e Porto Torres, Ente Parco dell’Asinara e Wwf.

Nell’ultima udienza, l’ingegnere Gianluca D’Aquila ha reso le sue dichiarazioni spontanee davanti al collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu (a latere Giulia Tronci e Sergio De Luca). In sua difesa l’attuale manager di Eni Rewind, aveva sottolineato che “l’ordinanza emessa dalla Provincia di Sassari nell’ottobre 2013, che individua l’ex società Syndial quale soggetto responsabile della contaminazione del carbondotto di Fiume Santo, fa riferimento alla barriera nel suo precedente assetto, nonostante i colleghi nella quale risiedeva tale responsabilità, avessero comunicato per tempo le attività svolte”. 

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