Porto Torres, FI lancia un progetto pilota per il riuso delle acque depurate
Gli esponenti azzurri: «Non possiamo accettare che vengano disperse in mare in un momento di emergenza idrica senza precedenti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Forza Italia Porto Torres lancia un progetto pilota per il riuso delle acque depurate nella Nurra. «L’acqua c’è, non buttiamola. Facciamone una risorsa per il futuro agricolo e ambientale del territorio».
Gli esponenti azzurri, alla luce della richiesta avanzata da Eni Rewind di scaricare in mare le acque di falda trattate nei propri impianti, bypassando il depuratore consortile, rilanciano la propria proposta per un progetto replicabile di gestione circolare dell’acqua nella Nurra, coinvolgendo Eni Rewind, Regione Sardegna, Comune di Porto Torres, Consorzio Industriale Provinciale di Sassari (Cipss), Consorzio di Bonifica della Nurra, Università di Sassari, Arpas e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
«Non possiamo accettare che acque depurate e certificate vengano disperse in mare in un momento di emergenza idrica senza precedenti, l’acqua deve diventare una risorsa da restituire al territorio, non un rifiuto industriale da smaltire. Porto Torres può diventare il modello nazionale di una vera economia circolare dell’acqua», sono le parole di Pier Luigi Molino, coordinatore di Forza Italia a Porto Torres.
Un piano integrato di riuso delle acque reflue industriali e urbane con l’obiettivo di canalizzare le acque trattate provenienti dal Taf di Eni Rewind e dal depuratore consortile Asi–Asa verso un sistema di affinamento e accumulo destinato all’irrigazione.
Nel piano ritenuto strategico si propone di ampliare la rete irrigua del Consorzio di Bonifica della Nurra verso i territori attualmente non serviti, includendo Porto Torres, Stintino e parte di Sassari, oggi esclusi dai benefici della rete. Integrare le acque reflue depurate del depuratore di Sassari, che oggi confluiscono nel Rio Mannu e successivamente in mare, all’interno di un sistema di recupero e riutilizzo agricolo. Stabilire un coordinamento tecnico permanente fra enti pubblici e industriali per garantire il monitoraggio continuo della qualità delle acque, la tracciabilità dei volumi e la sicurezza ambientale. «Il Consorzio Industriale e Asa possono avere un ruolo centrale nella gestione tecnica, nel controllo e nella redistribuzione delle acque depurate. Questo non solo eviterebbe la perdita di risorse, ma darebbe continuità economica e occupazionale alle strutture consortili oggi messe in difficoltà dal piano Eni di scarico diretto a mare», sottolinea Molino. Secondo Forza Italia un piano di riuso delle acque depurate consentirebbe di ridurre drasticamente la pressione sulle falde profonde, oggi in via di esaurimento; creare una riserva irrigua costante per le aziende agricole e zootecniche; abbattere i costi di approvvigionamento per il settore primario; evitare la dispersione a mare di milioni di metri cubi di acqua perfettamente trattata e favorire un sistema produttivo sostenibile, legando industria, agricoltura e tutela ambientale.
