Appello inammissibile. Per i giudici della Corte d'Assise d'appello di Sassari il ricorso del pm Giorgio Bocciarelli - che aveva appellato la sentenza di primo grado con cui veniva condannato a 16 anni di reclusione l'orgolese Antonio Devaddis, colpevole di aver ucciso nel marzo del 2015 il cugino Angelo Filindeu - non è legittimo.

Il pm chiedeva invece una pena più congrua - almeno 30 anni - per l'imputato che si era macchiato del delitto dopo una notte ad alto tasso alcolico. Mentre il Procuratore generale e la parte civile hanno insistito per l'accoglimento del ricorso di appello, i difensori di Devaddis, gli avvocati Basilio Brodu e Martino Salis, hanno sostenuto l'inammissibilità dell'impugnazione.

Nei giorni scorsi i giudici della Corte presieduta da Plinia Azzena (a latere Marina Capitta) hanno accolto questa seconda tesi confermando di fatto che il sistema processuale non consente al pubblico ministero di impugnare il trattamento sanzionatorio delle sentenze emesse con il rito abbreviato.
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