Pronti allo sciopero per la sanità. L'iniziativa territoriale di stamattina a Sassari di Cgil-Cisl-Uil, con il corteo di centinaia di persone da Palazzo Clemente al pronto soccorso, punta all'obiettivo della mobilitazione generale in programma per i primi giorni di maggio.

Certificando così la rottura con gli attori istituzionali del territorio, dalla Regione all'Ares. «I problemi di oggi», afferma Massimiliano Muretti, segretario generale Cgil di Sassari, «sono figli delle scelte della precedente amministrazione regionale che, purtroppo, stanno continuando con quella attuale».

Organici sottodimensionati, lunghe liste d'attesa, accentramento eccessivo dell'Ares, riforme sanitarie inattuate: sono queste alcune delle criticità stigmatizzate dalle associazioni di categoria. «Si prosegue», riferisce il segretario generale Cisl Fp Sassari Augusto Ogana, «a non rendere concrete le riforme. Lo stiamo denunciando da tempo».

E sono fallite tutte le interlocuzioni in questi mesi per cercare una quadra sui problemi e la protesta, dopo lo scenario del raffreddamento dei conflitti, confluirà appunto nella prossima astensione. «Anche perché»,  viene riferito, «la riforma sanitaria della Regione ha partorito un topolino».

Nessuna nuova quindi da Cagliari per le parti sociali che, nei mesi, sono finite a sbattere contro un muro istituzionale. «La verità», rimarca Sergio Mura, segretario regionale della Cisl di Sassari, «è che quando chiediamo conto di certe misure veniamo rimpallati da Ares ad Aou all'Asl, e non si capisce alla fine di chi sia la responsabilità». E adesso la reazione sarà una sola: lo sciopero generale. 

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