Il presidente dell'ordine dei Medici della provincia di Sassari Nicola Addis, 67 anni, diffonde il suo appello e punto di vista, tagliente e critico, talvolta impietoso, su come si stia affrontando l'emergenza Coronavirus anche in Sardegna.

"La pandemia in corso - esordisce - sta mettendo in luce le conseguenze negative sul sistema sanitario nazionale causate negli ultimi anni da logiche aziendalistiche ed economicistiche. Ora scopriamo che il Re è nudo, e le criticità emergono in questa fase: personale medico e operatori senza o con DPI carenti, esposti al contagio e con molti di essi contagiati e alcuni deceduti. La Sardegna, nonostante tutto, si presenta per ora con un numero ancora gestibile di contagiati. Ho paura - continua Addis - che lo sarà ancora per poco, visto l'aumento esponenziale dei contagiati stessi e dei massicci arrivi degli ultimi giorni dalle zone più colpite. Le prime risposte hanno già messo in rilievo che è sufficiente un semplice caso che sfugga alle maglie del Triage per determinare chiusure di reparti. La realtà del nostro sistema ospedaliero è tale per cui basta un nulla per metterlo in crisi. Per fare fronte a questo ci si prepara a coprire vuoti in organico, proponendo purtroppo contratti di collaborazione libero professionale a tempo (6 mesi), poi tutti a casa. Come Presidente dell'Ordine sento il dovere morale d'intervenire perché si diano davvero risposte concrete ai bisogni di salute dei cittadini. A tutti i colleghi - conclude il presidente - agli operatori sanitari, ai volontari, soprattutto a chi opera in condizioni di criticità e con dedizione e senza risparmiarsi, va tutta la solidarietà e la vicinanza. L'appello è non lasciare indietro nessuno, indipendentemente dalla patologia, pur dando la precedenza all' emergenza Covid-19. Quello che viviamo è uno dei momenti da affrontare con coraggio".
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