"I lavori in corso da tempo intorno all'hotel Capo Caccia non sono finalizzati al ripristino del bosco, ma probabilmente sono solo di tipo edilizio. Sebbene sia obbligatorio esporlo, non esiste lungo tutta la recinzione un cartello che indichi cosa si sta facendo, chi è il responsabile dei lavori, quando iniziano e quando finiscono, il numero dell'autorizzazione, se esiste".

Sono le parole degli attivisti di Liberu, questa mattina a Sassari, nel corso di una conferenza stampa indetta per "denunciare irregolarità nell'area intorno all'hotel di Alghero, la cui proprietà (una cordata di imprenditori veneti) si rese protagonista poco più di un anno fa (esattamente a dicembre 2020) di un disboscamento non autorizzato di macchia mediterranea mista con ginepri".

Il Comune di Alghero - ha ricordato Liberu - appurato che il disboscamento era abusivo, con ordinanza dirigenziale del 12/03/2021 ha ordinato alla proprietà il ripristino dei luoghi a proprie spese e cura.

"Abbiamo documentato con un piccolo video che i lavori in corso da tempo non sono finalizzati al ripristino del bosco ma probabilmente sono solo di tipo edilizio. La recinzione, contro ogni obbligo di lasciare liberi gli accessi al mare, impedisce l'utilizzo dei due sentieri che portano dall'altro lato della costa verso Cala Vergine e Cala Dolce, altrimenti irraggiungibili via terra e dulcis in fundo, in alcuni punti è legata, con le cinghie che si usano per gli avvolgibili, direttamente agli alberi".

"Tutto questo – proseguono – succede in un parco naturale, in una zona protetta. Qualificammo come coloniale l'atteggiamento tenuto allora dalla proprietà, una maniera sfacciata e padronale di agire senza rispetto per la comunità che ti ospita, né per l'ambiente il paesaggio e le rigide norme e le leggi che ne regolano l'utilizzo. Confermiamo nostro malgrado ancora adesso quel giudizio, e confermiamo che non siamo disposti ad accettare simili comportamenti”.

"Inoltre continuiamo a chiederci - la conclusione degli attivisti di Liberu - se chi ha la responsabilità del controllo svolge interamente il suo ruolo visto che a distanza di un anno dall'ordinanza comunale niente è cambiato, e per quale motivo in questo parco si possa fare ciò che altrove non passerebbe inosservato e non sarebbero consentito. Noi continueremo a mobilitarci e a denunciare gli abusi, le irregolarità e ogni gesto di arroganza nei confronti della nostra terra".

(Unioneonline/v.l.)

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