Giuseppe Sale di Ittiri aveva 24 anni nel 1943. Prestava servizio all'aeroporto militare di Bologna. Dopo l'armistizio (8 settembre 1943) venne fatto prigioniero dai tedeschi. Le SS e i fascisti gli imposero di aderire alla Repubblica di Salò. Giuseppe Sale si rifiutò, ben sapendo che sarebbe stato inviato ai lavori forzati. Cosa che infatti avvenne.

Il sardo fu deportato in Germania nel campo di internamento Stalag XI B "Fallingbostei", numero matricola 00755. Fece rientro a Ittiri, liberato dagli americani, il 25 dicembre 1945. Giuseppe Sale pesava 37 chili. Basta solo questo per descrivere le vessazioni e le umiliazioni che il giovane subì nel campo in quei lunghi 2 anni.

Sale riprese a fare l'agricoltore, mestiere della sua vita, sino alla morte nel 2001, a 82 anni. Si sposò ed ebbe dei figli e nipoti, comportandosi sempre in maniera esemplare.

Nei primi anni del suo ritorno non parlò con nessuno della sua terribile esperienza, per vergogna di ciò che gli venne fatto nel campo. Poi iniziò a parlarne con la famiglia, in particolare col figlio maggiore Giovanni, quindi con gli amici e in seguito quando se ne presentò l'occasione.

Ora per Giuseppe Sale, a 22 anni dalla sua morte, arriva la medaglia d'onore dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Donata «come risarcimento morale, dovuto ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei campi nazisti, destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra».

La medaglia e l'onorificenza verranno consegnate ai familiari dal Prefetto di Sassari alla Festa della Repubblica (venerdì 2 giugno ore 10), che si terrà nel bellissimo cortile interno del Palazzo della Provincia.

Oltre ai familiari di Sale sarà presente alla cerimonia il sindaco di Ittiri, Antonio Sau. «Sono orgoglioso di poter partecipare ad un riconoscimento così importante - spiega il primo cittadino -. A nome della comunità esprimo ancora un forte ringraziamento a Giuseppe Sale, degno rappresentante di coloro che hanno sacrificato gli anni migliori della vita per la libertà delle future generazioni. In Giuseppe Sale c'erano i valori della Repubblica e della Costituzione. Valori che ha trasmesso a conoscenti, amici e familiari. Come a suo nipote Giuseppe, che si chiama come suo nonno, di cui sono fiero per averlo avuto come capogruppo di maggioranza durante il mio primo mandato da sindaco». 

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