Riceviamo e pubblichiamo dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria della Casa circondariale di Sassari una precisazione a seguito della nota del sindacato Sappe, pubblicata ieri, con un equivoco qui spiegato

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Nella Casa Circondariale di Sassari, lo screening – attraverso il test sierologico rapido – della popolazione detenuta, del personale di Polizia Penitenziari ed Amministrativo, è cominciato ieri 14 maggio e proseguirà nei prossimi giorni fino ad esaurimento delle oltre 1000 persone che popolano l’Istituto di pena.

L’affermazione del Garante dei Detenuti secondo cui “ la situazione COVID è monitorata e sotto controllo” corrisponde al vero se riferita al fatto che, finora, all’interno del carcere non si è avuto alcun caso positivo, né si sono verificati eventi che abbiano potuto destare allarme o preoccupazione.

Giova altresì precisare che l’affermazione - riportata da SAPPE nel comunicato stampa diffuso ieri - secondo cui “E quando sono arrivate le prime mascherine c’è persino stata qualche Direzione che ha detto agli Agenti di non indossarle, per non spaventare i detenuti…” non può in alcun modo essere riferita alla Direzione di Bancali la quale ha sempre prescritto al personale l’uso delle mascherine. Fatto, peraltro, che non ha destato alcun allarme tra la popolazione detenuta che, invece, si è vista rassicurata dall’uso di strumenti di prevenzione del contagio.

Dott. Graziano Pujia - Direttore

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Accogliamo anche la replica del SAPPE, nella persona del delegato nazionale Antonio Cannas, che precisa:

"Ho letto quel che ha scritto il direttore del carcere Pujia. Ripeto e ribadisco che a noi risulta che né ieri né oggi nessun poliziotto penitenziario impegnato nelle Sezioni detentive è stato sottoposto a test ematico e tampone per controllo Covid-19 e ci sono decine e decine di dichiarazioni di poliziotti che possono confermare quel che dico. Sostenere che nessuno è positivo a Bancali, come afferma il Garante dei Detenuti, quando però non sono stati fatti tamponi e test ematici a tutti - i poliziotti, i detenuti, gli addetti amministrativi, i medici, i sanitari, gli educatori, i volontari, i ragionieri, i direttori, etc. - o se ad esserlo sono stati solamente una componente residuale di tutta questa Comunità penitenziaria, è dunque una affermazione fuorviante e senza senso. E’ infine del tutto evidente che la denuncia del Segretario Generale del SAPPE Donato Capece circa i ritardi sulla prevenzione e contrasto del Covid-19 in carcere si riferisce ovviamente alla situazione più generale nazionale, non avendo egli citato Bancali anche nella paradossale situazione in cui si sono venuti a trovare quegli Agenti di Polizia Penitenziaria – di diverse carceri del Nord, Centro e Sud Italia – ai quali inizialmente era stato sconsigliato di indossare le mascherine in Sezione durante il turno di servizio”.

Antonio Cannas

(Delegato nazionale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria)
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