Dopo la nascita di due piccoli nel 2020 e di altri tre nel 2021, anche quest’anno il falco pescatore ha ripreso possesso del suo nido a Capo Caccia. Lo fa sapere l’Ente Parco che monitora la presenza delle specie che non nidificava in Sardegna da almeno mezzo secolo. Da quest’anno il monitoraggio a cura dei tecnici del Parco e dei professionisti incaricati dallo stesso avverrà in modo ancora più puntuale o meglio “h24” grazie all’installazione di una speciale telecamera che osserverà tutta l’attività sul nido della coppia di falchi i cui piccoli lo scorso anno si erano involati ai primi di luglio.

Una iniziativa realizzata grazie ad un finanziamento della Rete metropolitana dedicato al monitoraggio ambientale dell’area umida del Calich dove il falco pescatore è abituale frequentatore e che utilizza come sito elettivo di alimentazione. Al progetto “falco pescatore” collaborano i parchi toscani, quello nazionale dell'Arcipelago Toscano e quelli regionali della Maremma e di Migliarino San Rossore che già da anni si occupano di aumentare l’areale di nidificazione del falco pescatore nella penisola. Partecipano all’iniziativa anche le principali associazioni ambientaliste e in particolare la Lipu.

Visto l’evento straordinario verificatosi in Sardegna i parchi toscani hanno chiesto al Parco regionale di Porto Conte e al Parco nazionale dell’Asinara di entrare a far parte di un progetto di rilievo internazionale che mira a favorire ed estendere l’areale di nidificazione del falco pescatore. Il progetto prevede un orizzonte temporale di attività di un triennio nel corso del quale, in collaborazione con ISPRA Assessorato regionale all’Ambiente, verranno messe in campo diverse attività tra le quali monitoraggio, collaramento e posizionamento gps, posizionamento di telecamere per il monitoraggio riproduttivo e realizzazione di nidi artificiali. 

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