Sono state completate le attività del secondo lotto di rimozione del carbone dai fondali, nella banchina del porto industriale di Porto Torres.

Oltre al recupero, è stata eseguita anche la caratterizzazione ambientale per analizzare i sedimenti del fondale, l'acqua e la fauna marina.

Una procedura che, secondo i dati raccolti dalla società Ep, ha dimostrato l'assenza di ogni traccia di contaminazione nell'ecosistema.

Si tratta di oltre 700 tonnellate di materiale fossile caduto in fondo al mare, durante le operazioni di carico e scarico dalle navi carboniere di E.On, prima di essere trasferito nella centrale termoelettrica.

La quantità recuperata è pari a circa i due terzi del totale del prodotto giacente che a oggi si può stimare in circa 500 metri cubi, ossia rispetto ad una stima iniziale di circa 800 metri cubi, una nuova valutazione dovuta all'evidenza della non omogeneità del fondale antistante la banchina.

La presenza del carbone era stato segnalato spontaneamente dalla società Ep Fiume Santo alle autorità di controllo nel 2017, probabilmente dovuto alle fasi iniziali di avviamento dell'impianto.

Nel corso degli anni sono state fatte migliorie, quali la sostituzione della benna delle gru scaricatrici, l'utilizzo di galleggianti tra la nave e la banchina che trattengono le eventuali perdite in mare. Un terzo intervento sarà fatto tra maggio-giugno a conclusione delle attività di recupero.
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