I gestori delle discoteche sarde sono sul piede di guerra, come quelli di tutta Italia, e martedì daranno vita ad una clamorosa protesta.

Prima invaderanno pacificamente i locali della redazione Rai sassarese, poi incontreranno il prefetto per rappresentare il loro disagio, meglio ancora la loro disperazione.

"Siamo al 17esimo mese di paralisi delle nostre imprese. Da quando è partita la pandemia, le discoteche estive in Sardegna hanno potuto aprire solamente dal 15 luglio al 16 agosto 2020 totalizzando nella migliore delle ipotesi quattro serate di lavoro; mentre le discoteche invernali sono completamente chiuse con fatturato azzerato da febbraio 2020”, spiega Piero Muresu, presidente per la Provincia di Sassari del Silb Confcommercio.

"A oggi – continua - non vi è ancora alcuna certezza sul decreto governativo che dovrebbe stabilire la data di riapertura dei nostri locali. Attività che potrebbero riaprire, anche con il via libera del Comitato tecnico scientifico, nel pieno rispetto delle prescrizioni da noi stessi proposte a tutela della salute di clienti e dipendenti”.

Ovvero, con green pass per accedere e capienza dei locali dimezzata. 

"Gli altri comparti – sottolinea Muresu - hanno ripreso il loro funzionamento, tranne il nostro settore, che è stato anche tenuto ai margini dei ristori necessari per la sopravvivenza delle imprese”.

Infine, conclude il presidente del Silb, “siamo anche sottoposti alla beffa di dover assistere a balli organizzati abusivamente presso strutture prive di autorizzazioni e in sprezzante violazione delle norme anti-Covid". 

(Unioneonline/L)

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