Erano in carcere dal 24 aprile 2015, quando la Digos di Sassari, insieme al personale di altri uffici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale, fece scattare la più importante operazione antiterrorismo degli ultimi anni in Sardegna. I presunti affiliati alla cellula sarda di Al Qaeda, Muhammad Siddique, Zubir Ali e Mir Niaz, i primi due residenti a Olbia, sono stati rimessi in libertà in esecuzione di un provvedimento della Corte d'Assise di Sassari, davanti alla quale si sta celebrando il processo a carico di 18 presunti terroristi islamici. I giudici della Corte (presidente Pietro Fanile) hanno ritenuto che siano venute meno le esigenze cautelari.

In particolare, essendo stata smantellata la presunta organizzazione terroristica che aveva la sua base a Olbia e avendo i tre pachistani, per i quali era stata chiesta la scarcerazione, ruoli di secondo piano nel gruppo fondamentalista islamico, i giudici hanno ritenuto di dover revocare le misure.

Per altri presunti terroristi, che non erano destinatari della custodia cautelare in carcere, è stato revocato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il processo celebrato a Sassari è entrato in una fase importante con la lunga deposizione del dirigente della Polizia di Stato, Mario Carta.

I presunti capi della cellula di Al Qaeda, a partire dall'imam Hafiz Muhammad Zulkifal, restano invece nel carcere di Bancali. Le indagini sono state coordinate dal sostituto della Dda di Cagliari, Danilo Tronci.

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