Stintino, è scontro sul presepe della "Betlemme d'Europa"
Per quest’anno nessun allestimento a causa di contrasti tra l’associazione che detiene la proprietà delle statue e l’amministrazione comunalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Polemiche sul mancato allestimento del presepe “La Betlemme d’Europa”, una delle maggiori attrazioni del Comune di Stintino che, quest’anno, ha dovuto rinunciare all’esposizione per contrasti tra l’associazione Il Tempo della Memoria, che detiene la proprietà di gran parte delle statue a grandezza naturale, e l’amministrazione comunale.
Il 13 ottobre scorso, in vista della programmazione delle iniziative natalizie 2025, la sindaca Rita Vallebella aveva fatto richiesta formale all’associazione a partecipare alla manifestazione di interesse rivolta agli operatori e alle associazioni che intendono prendere parte attiva al programma del Natale Stintinese. Il 24 ottobre successivo era giunta la risposta de Il Tempo della Memoria alla prima cittadina, in cui si sottolineava che la pianificazione del progetto richiedeva tempi ben più lunghi, quindi l’indisponibilità all’allestimento. L’associazione contestava anche le dichiarazioni pubbliche dell’amministrazione in cui si affermava lo stanziamento di fondi pari a 40mila euro per la realizzazione del presepe. «Invece le statue sono state realizzate con il contributo di privati e imprese senza che l’associazione abbia percepito alcun rimborso», era stata la replica de Il Tempo e La Memoria.
Il 27 ottobre il Comune chiedeva la consegna dell’intero presepe, dichiarando la disponibilità a provvedere con proprie risorse all’allestimento. La risposta era stata negativa. L’Associazione è la proprietaria della quasi totalità, mentre per le restanti l’utilizzo avviene in regime di comodato, comprese le 12 statue acquistate a suo tempo dal Comune e concesse in uso a tempo indeterminato dalla precedente amministrazione.
«Qualora l’attuale Amministrazione, mutando l’indirizzo precedentemente adottato, ritenesse di revocare tale scelta, ne ha la facoltà; ribadiamo sin d’ora la piena disponibilità alla restituzione», replica l’associazione. «Viste le accuse degli ultimi anni, vogliamo chiarire che nessuno dei soci è abituato a impossessarsi delle cose di altri. Principio imprescindibile e incontestabile. Ciò che non è accettabile è che questo dato venga ciclicamente “insinuato” e “strumentalizzato”.»
