Nel pomeriggio di ieri ha preso il via la visita pastorale nel Meilogu. Alla celebrazione di apertura, presieduta dall’Arcivescovo Gian Franco Saba nella Chiesa abbaziale di San Pietro di Sorres, a Borutta, erano presenti don Luigi Tiana, Abate di San Pietro di Sorres, don Pietro Faedda, vicario della Forania insieme con gli altri sacerdoti della zona e i primi cittadini del territorio.

La Santa Messa è stata animata dal coro “Boghes de Cheremule” diretto dal maestro Silvio Nappi.

La visita pastorale si apre dunque, come nelle altre zone del territorio già visitate, con un appuntamento interparrocchiale.

Le prime tre comunità del Meilogu che verranno visitate da monsignor Saba a partire dal 5 novembre e fino al 2 dicembre saranno Cossoine, Giave e Bonorva.

«Un rinnovato incontro con Cristo è il bisogno più importante e significativo di cui non possiamo fare a meno - dichiara Monsignor Saba nell'omelia -. Comunità e parrocchie non si cullino sulla tradizione che trasmette la Fede, prendiamo invece il ritmo di Comunità in cammino, in viaggio. Diveniamo apostoli in cammino, messaggeri della Parola. Nei nostri giorni viviamo una nuova stagione di evangelizzazione e missione come Papa Francesco stesso ci indica. Occorre recuperare la consapevolezza di essere in cammino, la missione non è un atto burocratico, di trasmissione anagrafica. Trasmettiamo il Vangelo, la visita pastorale è un prendersi cura della comunità, ogni visita del vescovo è pastorale ma questa è canonica ed è chiamata ad entrare negli aspetti amministrativi ed economici del territorio. Grazie alle autorità presenti, è importante promuovere l’amicizia e il dialogo sociale».

«Mettiamoci tutti al servizio – ha aggiunto monsignor Saba – chiediamo allo Spirito Santo che renda efficace la parola di Dio, che possa aprire i cuori. La conversazione spirituale diventi un nodo centrale: riscopriamola. La visita pastorale è una lettera concreta e diretta che serve a confermarci nella fede e allo stesso tempo ad esortarci perché una Comunità cresca nella fede. La Chiesa è chiamata a mettersi in senso di adorazione, come ci chiede Papa Francesco».

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