L'idea è di Antonello Muroni, consigliere di maggioranza al comune di Alghero: intitolare una via della città al grande pugile algherese Andreino Silanos, scomparso lo scorso aprile a 81 anni, dopo lunga malattia.

Muroni presenterà ufficialmente la richiesta nei prossimi giorni alla commissione Toponomastica.

"Un grande uomo e un pugile eccezionale che ha dato lustro alla città - afferma il Consigliere - Penso meriti ampiamente questo riconoscimento, per quello che ha fatto e per come ha vissuto".

In effetti parlare di Andreino Silanos è come immergersi nel mondo sano e nei valori di una volta. Allora praticare il pugilato costituiva per molti giovani l'unico modo per riscattarsi dalla povertà e da una vita grama, talvolta piena di umiliazioni.

Gli allenamenti erano durissimi, quasi impossibili, nei vetusti ambienti zeppi di umidità e sudore di quei tempi, dove spesso non c'era nemmeno l'acqua per lavarsi. Ma quei giovani algheresi si dannavano l'anima e davano tutto se stessi per una vittoria sul quadrato. E non stiamo parlando di pugili comuni, tutti agli ordini del Cavalier Mulas, bensì di autentici fuoriclasse di livello internazionale del calibro dello stesso Silanos, di Priami, di Chessa, dei fratelli Spanedda, di Spinetti e di Burruni, quest'ultimo campione del mondo dei mosca e uno dei più grandi pugili italiani di ogni tempo.

Silanos, compare e amico fraterno di Burruni, non aveva la dinamite nel pugno, ma agiva di fioretto, con grande tecnica e velocità. Il 22 dicembre 1964, al teatro Verdi di Sassari, tempio della boxe di allora, divenne campione italiano dei pesi piuma, sconfiggendo Serti, tra il visibilio del pubblico.

Silanos difese il titolo due volte e poi si cimentò per la corona europea, perdendo contro l'inglese Winston. Silanos disputò il suo ultimo match il 6 marzo 1967, a 29 anni, in Australia, contro il terribile Famechon, futuro campione del mondo. Nel ring di Melbourne l'algherese perse per KO alla seconda ripresa.

Dopo l'abbandono, con un palmares di 34 incontri da professionista e solo 4 sconfitte, a Silanos venne offerto un posto da dipendente comunale. Andreino Silanos dedicò quindi tutta la sua vita al lavoro e alla famiglia.

Rimase profondamente legato al pugilato e al mondo dello sport in generale, anche se solo per poco tempo fece l'allenatore di boxe.

Sposato con la signora Doloretta Arca, trasmise i suoi valori ai figli Alessandro e Stefano. Quest'ultimo, 49 anni, nel tempo libero fa l'allenatore di calcio, allevando campioni come Luca Gagliano, il ventenne algherese che ha segnato uno dei gol del Cagliari contro la Juventus.

"Mio padre mi ha inculcato i suoi principi.- spiega Stefano - Era prodigo di consigli per tutti, col suo modo di fare gentile ed educato. Sono venuto a conoscenza della proposta del Consigliere Muroni di intitolargli una via. La cosa in famiglia ci ha fatto estremamente piacere. Penso che mio padre lo meritasse. Ha dato tanto allo sport ed era soprattutto una persona buona che ha portato in alto il nome di Alghero".

Argentino Tellini
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