Cinque sanitari dell'Aou di Sassari che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono risultati positivi al Covid: si tratta del primo caso in Sardegna. È successo nel reparto di Medicina del Santissima Annunziata, dove venerdì scorso si è acceso un altro focolaio. Al primo screening l'esito era positivo solo per 14 pazienti (poi diventati 24) e nessun sanitario era risultato Covid positivo. Mercoledì i primi tre, a cui se ne sono aggiunti altri due ieri. L'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha somministrato a tutti i sanitari la prima dose di vaccino, ma come è noto garantisce una copertura efficace una settimana dopo la seconda iniezione. I sanitari del reparto di Medicina hanno ricevuto la prima dose tra il 7 e l'8 gennaio e, stando ai protocolli che prevedono il richiamo al ventunesimo giorno dalla prima iniezione, tra ieri e oggi dovrebbero ricevere la seconda. I 5 di Medicina però non potranno completare la somministrazione come da cronoprogramma in quanto positivi.

Vaccini e focolai

Intanto, è già a un buon punto la somministrazione della seconda dose partita il 21 gennaio e i sanitari che l'hanno ricevuta il primo giorno, da ieri possono ritenersi coperti dal vaccino almeno nello sviluppo dei sintomi, non ci sono evidenze ancora se l'efficacia vaccinale impedisca di contagiare. Per questo resta fondamentale in questa fase garantire che tutte le procedure di filtro tra positivi e negativi, tra i reparti Covid e quelli di normale degenza siano efficaci. Ma qualcosa non ha funzionato e dal cluster nel reparto di Medicina il virus arriva alla Lungodegenza. Quattro pazienti che venerdì erano risultati negativi al primo screening sono stati trasferiti nel reparto di Lungodegenza ed è probabile che quando sono stati spostati fossero in fase di incubazione del virus. Siamo al terzo focolaio in un mese nelle degenze degli ospedali dell'Aou di Sassari, il primo risale al 13 gennaio in Clinica medica, e ci si chiede come il virus stia viaggiando tra letti e corsie.

Le cause

La lente d'ingrandimento è sul Pronto soccorso. Secondo alcuni operatori sanitari l'Emergenza urgenza non ha locali sufficienti a garantire l'isolamento. I protocolli prevedono che i pazienti arrivino nei reparti no Covid con tampone negativo effettuato al Pronto soccorso, primo contatto con l'ospedale. Sembra che proprio durante l'attesa dell'esito si possa verificare il rischio per l'impossibilità, in base al numero di accessi, di avere ambienti separati sufficienti. Il Pronto soccorso nel mese di novembre ha vissuto un periodo drammatico, quando con la recrudescenza dei contagi l'affollamento di positivi lo aveva trasformato di fatto in un reparto Covid. Risale ad allora l'installazione del prefabbricato di 100 metri quadri vicino alla struttura che in vista della possibilità dell'acuirsi dell'emergenza avrebbe dovuto assistere i pazienti sub intensivi. Non è mai entrato in funzione perché non si sono verificate le condizioni che si temevano in quel frangente. Per questo quei 100 mq pronti vengono guardati come la soluzione per i pazienti in attesa di esito. Pare però che quel padiglione prefabbricato sia finito al centro di una lotta interna alla dirigenza medica che ne allungherebbe i tempi di attivazione.

L'azienda intanto prosegue le vaccinazioni anche tra gli altri dipendenti interni e quelli delle ditte esterne che lavorano nelle strutture ospedaliere che dal 25 gennaio stanno ricevendo la seconda somministrazione.

Adriano Porqueddu

IL SERVIZIO DEL TG DI VIDEOLINA

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