Sardegna, record stupefacente: sequestrate oltre 100.000 piante di cannabis in un anno
L’ultimo dossier del Viminale: nell’Isola due terzi della produzione nazionale scoperta dalle forze dell’ordine. C’è chi contesta i dati ma crescono (molto) anche cocaina, hashish e droghe sintetichePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il dato più rilevante riguarda la cannabis: in Sardegna nel 2024 sono state sequestrate 100.336 piante, con un aumento del 32,6% rispetto all’anno precedente (quando erano state 72.698). Un numero, quello dell’anno scorso, che diventa più eclatante se si inserisce nel quadro nazionale: in tutta Italia le piante individuate dalle forze dell’ordine sono state 154.819. Cioè: due terzi delle coltivazioni sequestrate erano nell’Isola.
Lo dice il report della Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, presentato nei giorni scorsi: la Sardegna, con il suo clima e le sue caratteristiche morfologiche, si conferma territorio privilegiato per la proliferazione di piantagioni di cannabis.
Una precisazione è doverosa: c’è chi sostiene che i dati siano gonfiati da un’errata interpretazione delle norme da parte di chi deve eseguire i controlli, con canapa industriale che finisce nel conteggio del mercato criminale. Come sarebbe successo, per esempio, con un recente sequestro a Ploaghe (non conteggiato nelle statistiche, riferite appunto al 2024). Nel Sassarese, all’inizio del mese, la Guardia di Finanza ha individuato e distrutto 276 chili di infiorescenze di cannabis già essiccate e ulteriori 2.000 piante messe a dimora. L’associazione Sardinia Cannabis aveva sollevato dei dubbi: «Solo qualche mese prima i carabinieri di Ozieri e il Nucleo Nipaf avevano già controllato quella stessa azienda, eseguendo test rapidi che avevano confermato la piena regolarità della coltivazione. Verbale compreso. Ora la domanda è semplice», si legge in una nota, «com’è possibile che per una forza dell’ordine sia canapa industriale e per un’altra, dopo 7 giorni, diventi improvvisamente “stupefacente”?».
Ma se «la canapa è agricoltura», come dice l’associazione, in Sardegna secondo il dossier del Ministero dell’Interno non va meglio con altre droghe. E se non dovessero bastare le operazioni come la “Termine” della Dda, che ha portato a decine di arresti e alla disarticolazione di due gruppi criminali con connessioni con la mafia albanese, a dimostrarlo ci sono altri dati. I chili di cocaina sequestrati nel 2024 sono stati 169,35, in crescita rispetto ai 114 dell’anno precedente. Per l'hashish si è passati dai 240,64 chili del 2023 ai 383,53 del 2024. I sequestri di dosi di droghe sintetiche in polvere sono balzati da 5 a 417, con un incremento dell’8.240%.
«Nel 2024 l’ingresso dell’hashish in Italia è avvenuto maggiormente per via marittima», si legge nel documento, «le incidenze percentuali vedono al primo posto per quantità di hashish sequestrato il porto di Cagliari, con il 71,88% (317,90 kg) dei quantitativi intercettati in tutte le frontiere marittime». Per dare una lettura positiva: forse i controlli sono più efficaci.