Gli Oss precari: «Impegni non mantenuti, torniamo sotto la Regione»
Gli operatori sono di nuovo sul piede di guerra: «Da 2 anni lottiamo con determinazione per avere la stabilizzazione»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Gli operatori sociosanitari precari della sardegna sono di nuovo sul piede di guerra. Contestano le mancate assunzioni e si dicono pronti a una nuova protesta sotto il Consiglio regionale.
«Dal settembre 2023, noi Oss precari dell'Aou di Cagliari - spiegano in una nota - stiamo lottando con determinazione per ottenere la stabilizzazione, dopo anni di lavoro instabile ma fondamentale all'interno degli ospedali pubblici. Lo abbiamo fatto in silenzio, continuando a lavorare anche nei reparti più critici, con pazienti fragili, in carenza di organico e con turni massacranti. Abbiamo preso parte a ogni bando utile, con l'unico obiettivo di poter avere ciò che ci spetta: un contratto stabile, dignitoso, e il riconoscimento del lavoro svolto. Alla nostra causa si sono uniti i colleghi delle Asl 5, 6 e 8 e dell'Arnas Brotzu. Eppure, a oggi, mentre alcune aziende sanitarie sarde hanno già completato l'assorbimento del personale precario attraverso le proprie graduatorie di stabilizzazione, in alcuni casi con un solo blocco di assunzioni, le Asl 5, 6 e 8 risultano ancora prive di una propria graduatoria di stabilizzazione. Nel frattempo, l'AOU di Cagliari continua ad attingere esclusivamente dalla graduatoria concorsuale, ignorando deliberatamente la delibera regionale del 24 aprile 2025, che impone un principio chiaro di equità: 50% delle assunzioni da graduatoria concorsuale e 50% da graduatoria di stabilizzazione».
E si chiedono come mai a parità di condizioni altri colleghi siano, a differenza loro, stati integrati: «Abbiamo prestato servizio nello stesso periodo, con gli stessi requisiti, lo stesso impegno e lo stesso rischio. Non è accettabile che esistano stabilizzazioni di serie A e di serie B», ricordando che per lo scorso 31 luglio era previsto un incontro con la presidente Todde, poi annullato, con la promessa di fissarne uno nuovo tra agosto e settembre.
«A oggi nessuno ci ha richiamati. Nel frattempo, il dialogo si è spostato verso i sindacati confederati, che per anni non hanno tutelato affatto i lavoratori precari, e anzi hanno spesso agito per delegittimarne le rivendicazioni. Abbiamo cercato, in ogni modo, un confronto pacato e rispettoso con la politica regionale e con le direzioni aziendali. Ma ci siamo trovati davanti a porte chiuse". "Vogliamo che il principio applicato per i colleghi stabilizzati valga per tutti. Vogliamo parità di trattamento. Vogliamo trasparenza e vogliamo, soprattutto, che chi ha maturato i requisiti non venga lasciato indietro per scelte burocratiche, interessi aziendali o indifferenza politica»
(Unioneonline)