Medici al lavoro anche con la febbre, altri costretti a saltare ferie e riposi. In alcuni settori della sanità sarda accade anche questo e a perderci sono i cittadini. La causa è il blocco del turn over imposto da settembre 2015 dalla Giunta regionale che ora fa marcia indietro e annuncia che riprenderanno le assunzioni nelle asl e nelle aziende sanitarie locali.

Con una delibera dell'assessore alla Sanità oggi la Giunta regionale ha abolito il blocco parziale degli avvicendamenti del personale dipendente o con altro rapporto di lavoro, che consentiva la copertura dei posti nel rispetto di precisi limiti e in rapporto a specifiche discipline mediche.

Le singole aziende ospedaliere, ospedaliero-universitarie e l'Ats ora potranno assumere tutte le decisioni sugli avvicendamenti del personale, in piena autonomia, nel rispetto dei target di risparmio assegnati.

Una scelta necessaria "per non pregiudicare i servizi essenziali e assicurare una maggiore rispondenza delle scelte organizzative agli obiettivi generali di tutela della salute", ha spiegato l'assessore Luigi Arru.

"Sebbene non si registrino complessivamente, nell'attuale contesto, gravi carenze di personale, esistono però attività, servizi o reparti in cui è necessario colmare vuoti e dare risposte in termini di migliore assistenza", ha aggiunto Arru.

La delibera consente di scegliere nuovo personale all'interno del tetto di spesa. Con una sostanziale novità rispetto al recente passato: viene meno la corrispondenza dei ruoli tra chi va in pensione e chi subentra e diventa predominante il principio della reale utilità delle nuove figure che vengono inserite.
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