Reparti in overbooking, ricoveri inappropriati e poco personale: il report dei medici sugli ospedali sardi
L’analisi della Federazione degli internisti sulle strutture sanitarie dell'Isola: la grande falla della medicina territorialePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Reparti pieni al 100%, o quasi, e carenti di personale. Conseguenti stazionamenti, per giorni, su barelle in pronto soccorso. Un fenomeno evitabile: circa un terzo dei ricoveri non è necessario.
Sono i dati salienti della survey condotta in Sardegna tra marzo e aprile da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri. Pochi letti, ancor meno personale, ma la situazione potrebbe essere un po' più gestibile.
Mediamente, spiega il report, un ricovero su tre poteva essere evitato con una rete di assistenza territoriale più adeguata. Percentuale che sale a oltre il 40% nel 17% delle unità operative. Un altro fattore: nei reparti, il 32% dei ricoveri è dovuto alla poca prevenzione. La riforma della sanità territoriale, secondo il report, ancora arranca ma i pazienti sono meno soli dopo le dimissioni: la percentuale di chi va a casa ma con l'assistenza domiciliare integrata attivata è salita al 33%, mentre il 33% va in Rsa e un altro terzo in qualche struttura assistenziale intermedia.
Mix di speranza e scetticismo sulle nuove case e ospedali di comunità: per i medici il 29% dei ricoverati potrebbe essere dimesso più rapidamente con queste nuove strutture intermedie ben funzionanti. Tra sovraffollamento dei reparti e carenze di organico, il 50% dei medici internisti dichiara di non trovare più tempo per fare ricerca, mentre il 33% ne fa meno di quanto vorrebbe.
«I dati degli internisti sardi confermano quanto tutti noi vediamo nella pratica clinica quotidiana, cioè il tasso di occupazione di tutti i reparti di Medicina Interna è certamente vicino al 100 % e in alcuni casi superiore per la presenza di letti aggiuntivi», commenta il presidente di Fadoi Sardegna, Carlo Usai, «la tipologia e la gravità dei ricoveri può variare di molto, sicuramente l'appropriatezza dei ricoveri potrebbe essere migliorata in larga parte con una migliore presa in carico territoriale. Gli ospedali di Comunità attualmente funzionanti sul territorio regionale sono due (Ghilarza e Ploaghe) e sono in grado di contribuire all'attività ospedaliera; è necessaria l'implementazione e il potenziamento di queste strutture».
(Unioneonline)