Sarà eseguita domani al Policlinico di Monserrato l'autopsia sul corpo di Angelica Salis, la 60enne uccisa a coltellate dal marito, il 67enne Paolo Randaccio, all'interno della loro abitazione in via Sarcidano a Quartucciu.

L'uomo, reoconfesso e in stato di fermo con l'accusa di omicidio volontario, da ieri sera è rinchiuso nel carcere di Uta.

Il pm del Tribunale di Cagliari, Nicola Giua Marassi, ha affidato l'incarico per l'autopsia al dottor Roberto Demontis, che già ieri aveva eseguito un primo esame esterno sulla salma. Il medico legale avrà il compito di capire quante coltellate sono state inferte alla vittima e quali mortali.

LA RICOSTRUZIONE – I carabinieri della Compagnia di Quartu stanno ancora lavorando per ricostruire nei dettagli il femminicidio. La donna è stata raggiunta da un numero ancora imprecisato di fendenti, soprattutto al collo.

Da quanto si apprende il rapporto tra marito e moglie, negli ultimi mesi, era diventato difficile. I due discutevano e litigavano spesso, sia per la loro relazione che per i rapporti con gli altri componenti della famiglia, i tre figli che non vivevano con loro. Discussioni molto animate, come quella di mercoledì scorso quando Angelica Salis è scappata di casa rifugiandosi in un esercizio pubblico poco distante per chiedere aiuto, mentre il marito la inseguiva.

La donna avrebbe raccontato di essere stata picchiata, sul posto è poi intervenuta un'ambulanza del 118 e i medici hanno riportato tutti alla calma.

Ieri pomeriggio, mentre i coniugi si trovavano in sala da pranzo, l’ennesima lite furibonda, sfociata nel terribile gesto di Paolo Randaccio. È stato lui a chiamare il 112: "Sono a casa - ha detto - vi aspetto, ho ucciso mia moglie".

Quando i carabinieri sono arrivati a Quartucciu, il 67enne era dietro la porta, con i vestiti sporchi di sangue, il corpo della moglie a terra in camera da pranzo in una pozza di sangue e il coltello ancora poggiato sul collo.

Portato in caserma e raggiunto dal suo avvocato difensore, l'uomo non ha più parlato ed è stato trasferito in carcere in attesa della convalida del fermo. 

"E’ un fatto che ci ha lasciato sgomenti e che ci deve servire per capire la fragilità umana e le difficoltà che all'interno di una comunità ci possono

essere", il commento all’accaduto del sindaco di Quartucciu, Pietro Pisu. "Ma la nostra è una comunità che sa e saprà reagire - ha detto Pisu durante un incontro con un gruppo di profughi afghani ospiti nell'hinterland del capoluogo - come dimostra questo giorno di accoglienza in questa sala consiliare".

(Unioneonline/v.l.)

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